Un terzo della maggioranza chiede che il caso Picenambiente passi ad un altro tecnico
di Giuseppe Di Marco
Trasferire Catia Talamonti dall’area risorse oppure togliere la gestione delle società partecipate dalle sue competenze: è questa la richiesta dei “dissidenti” della maggioranza. Forse si dovrebbe parlare di ex dissidenti, ma la cosa è certa è che si tratta di un terzo della coalizione presente in Consiglio.
Per i cinque consiglieri rimasti in maggioranza dopo la fuoriuscita di Giorgio De Vecchis, l’attuale dirigente al bilancio non deterrebbe il profilo più adatto per redigere la delibera di Consiglio che conterrà l’annuale ricognizione delle società partecipate. Un documento che dovrà essere pronto a dicembre e nel quale, come sostenuto dal sindaco Spazzafumo, la Picenambiente verrà qualificata società a controllo pubblico.
Il trasferimento della dirigente o la rimodulazione delle competenze dovrebbe avvenire entro il prossimo Consiglio comunale: a volere questa misura sono appunto i consiglieri di San Benedetto Viva e Rivoluzione Civica. Si tratta di una parte della coalizione impossibile da ignorare, se non si vuole andare incontro ad ennesime iniziative di sfiducia. Va considerato, infatti, che senza questi cinque consiglieri, l’Amministrazione avrebbe solo 10 voti a favore.
L’unica ancora di salvezza, se non si intende mettere mano al fascicolo Picenambiente, è appoggiarsi ad un’eventuale stampella offerta dalla destra. Non è detto però che i sei consiglieri di minoranza siano disposti ad entrare in maggioranza, magari a fronte di qualche strapuntino in giunta. In tal senso vale la pena ricordare che nell’ultimo Consiglio la compagine di destra si è assentata in massa alla votazione del bilancio consolidato. Dopo il successo alle elezioni politiche, è più probabile che la coalizione guidata dai meloniani intenda tornare alle urne alla prima occasione disponibile.
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