Il progetto sperimentale Erasmus Plus “Chance it” parte da San Benedetto

SAN BENEDETTO - L'obiettivo è offrire un supporto metodologico agli artisti affetti da malattie croniche e autoimmuni per aiutarli nel reinserimento lavorativo. L'Italia sarà rappresentata dall'associazione sambenedettese E.Artes Cum Panis
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Dafne Ciccola, Lina Lazzari e Mizar Tagliavini

 

di Giuseppe Di Marco

 

Sarà un’associazione sambenedettese, la E.Artes Cum Panis, a rappresentare l’Italia nel progetto sperimentale “Chance It” (Care and Health for Artists Network to Cooperate in Europe) finanziato dalla piattaforma Erasmus Plus ed ideato per offrire supporto metodologico agli artisti affetti da malattie croniche ed autoimmuni al fine di renderli di nuovo operanti nel loro settore e aiutarli nel reinserimento lavorativo.

 

A presentare l’importante iniziativa, assieme all’assessore Lina Lazzari, sono state Mizar TagliaviniDafne Ciccola, che ne hanno illustrato gli obiettivi e le fasi. Si partirà da “Zero dolore”, lavoro di ricerca volto a sostenere persone affette da fibromialgiaartritepatologie degenerative a carico dell’apparato locomotoredolore cronicomalattie autoimmuni, mali che affliggono gli artisti del movimento, i quali sono costretti a abbandonare la propria professione. Le ricercatrici sambenedettesi, di concerto con il partner portoghese Dancar Com Parkinson, elaboreranno quindi una nuova metodologia per il sostegno a questa categoria “nascosta” di lavoratori.

 

Le attività derivanti dalla fase progettuali si svolgeranno quindi nella sede dell’associazione in Via Madonna della Pietà a partire da febbraio. L’iniziativa infatti prevede la divulgazione pratica della metodologia messa a punto nel primo grande step del progetto. Infine, l’idea è quella di sensibilizzare in modo capillare tutte le figure professionali del settore colpite da queste patologie. A maggio, pertanto, sarà avviata una campagna di formazione degli artisti e degli insegnanti italiani e portoghesi.

 

«L’arte – commenta Tagliavini – si pone sempre agli estremi della società. L’intento è ridare dignità a chi perde il lavoro mettendo a sistema le nostre competenze con gli ultimi studi in ambito di neuroscienze».


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