di Monia Orazi
Si è spento a 104 anni Vittorio Sansoni, il decano di Visso (Macerata). Incantava con l’arte del legno intagliato dalle sue mani, che trasformava in veri e propri oggetti d’arte, mobili e suppellettili, coloro che li hanno nelle proprie case li conservano gelosamente come cimeli. Un vero artigiano d’altri tempi, che amava passeggiare per la sua Visso, chi lo ha conosciuto lo ricorda come un uomo gentile e perbene, di grande umanità e sempre sorridente.
Era nato ad Appennino di Pieve Torina (Macerata) il 7 gennaio 1918, vissuto sempre a Visso dove ha esercitato l’attività di falegname, con ineguagliabile maestria. Durante la Seconda guerra mondiale fu spedito a combattere in Africa, dove venne fatto prigioniero dal 1941 al 1946. Terribile esperienza di vita che l’anno scorso ha avuto il coraggio di raccontare alla vissana Venanzina Capuzi e che è diventato un libro, che ha raccolto la sua testimonianza di vita, per farne memoria collettiva.
Dalla sua terra lo aveva strappato solo il terremoto del 2016, si era trasferito a vivere a Senigallia (Ancona) con la figlia Daniela e la sua famiglia, nella città rivierasca. Venerdì prossimo 18 novembre alle 15 si terrà in suo suffragio una messa nella chiesa di Villa Sant’Antonio di Visso, celebrata dal parroco don Gilberto Spurio.
Così lo ha salutato sui social la figlia Daniela: «Ciao papà, ti vogliamo ricordare sempre con il tuo sorriso, seduto in tanti angoli di Visso, ci mancherai tantissimo». Lascia anche la nipote Flavia Palma che lo scorso aprile ha preso parte alla simulazione di una missione spaziale in Polonia.
Dopo la celebrazione la salma sarà tumulata nel cimitero di Appennino a Pieve Torina.
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