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Telefoni fissi, Poggio di Bretta isolata da una settimana

ASCOLI - Situazione ormai insostenibile, soprattutto per gli anziani  poco pratici di telefonini cellulari. Il disservizio si è protratto di giorno in giorno nonostante le quotidiane rassicurazioni di pronta riparazione del guasto arrivate dai call center. La pazienza degli utenti meno giovani, messi a dura prova ogni giorno su tutti i fronti
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Poggio di Bretta

 

di Walter Luzi

 

Ad Ascoli, nella frazione di Poggio di Bretta, oggi, venerdì 27 g ennaio, ottavo giorno senza linea telefonica. Una roba da terzo mondo. Un disservizio inconcepibile nell’epoca iper tecnologizzata che stiamo vivendo, ma che, alla fine della fiera, finisce per riservarci più rogne che vantaggi un po’ su tutti i fronti. Soprattutto ai più deboli. Gli anziani. Apparecchi fissi di case e attività, come detto, muti come pesci ormai da più di una settimana. Impossibile ricevere ed effettuare chiamate dal classico telefono di casa.

 

Quello di una volta, prima della moderna, grande sbronza collettiva da smartphone. Quello caro ai più anziani, con poca dimestichezza per questi aggeggi moderni. Loro non si sognano neppure di disdettare la linea fissa, che hanno in casa da una vita, anche se “…oggi con il telefonino conviene di più…”, come si affannano a ripeterti un po’ tutti. I nipoti, che con quegli affari maledetti sempre in mano si stanno rapidamente, e quasi completamente, rincoglionendo.

 

E poi quell’esercito di operatori dei call center, spesso stranieri che chiamano, e qualche volta rispondono anche, chissà da dove. Che parlano l’italiano peggio di noi vecchi con pochi studi, ma che sembrano così affettuosamente preoccupati per la fortuna che, ci informano candidi, stiamo spendendo in utenze. E loro, che ti rompono le palle a casa tua, a tutte le ore del giorno e della notte, hanno invece in serbo, per te, sempre una tariffa migliore. La più conveniente del mondo. Diritto alla privacy regolarmente calpestato, ma non c’è verso di liberarsene. Perchè quando capiscono di avere pescato degli anziani soli, e fin troppo gentili, è allora che ti martellano. Perchè “ti conviene” cambiare un gestore ogni tre mesi. Per questo ce ne sono una miriade. Ma tutti uguali. E tutti fantastici. Almeno a sentire i loro spot pubblicitari, che costano milioni dei nostri soldi che ci succhiano.

 

Le vecchie cabine telefoniche

E “ti conviene” possedere uno smartphone. Vedrai che uno, prima o poi, te lo regalano loro. Come fanno gli spacciatori con la prima dose. Così potrai buttare il televisore, la macchinetta fotografica, la calcolatrice, la radiolina, il registratore, la videocamera, e altro ancora. Non ti servono più. Perchè ora potrai fare tutto con il tuo telefonino. Tranne, per ora, le fotocopie. Ma ci stanno lavorando. Oppure ci penserà il sistema a crearti una dipendenza. A costringerti cioè a comprarti quello che non vorresti mai. Come il personal computer. Ti viene in mente un solo adempimento che tu, oggi, obbligatoriamente, non debba, o, anche volendolo comunque non possa, fare, com’è che si dice? On line. E poi, non da ultimo, con le nuove tecnologie potrai diventare anche tu, finalmente, social. Cioè non uscirai più per andare a giocare a briscola al bar, o a ballare al circolo anziani. Nè avrai più tempo per confezionare un dolce fatto in casa, o lavorare all’uncinetto. Perchè starai tutto il tempo a rimbecillire davanti a uno schermo, o a un display. Ma vuoi mettere? Benvenuto nella modernità. Iniziato, finalmente, alle nuove tecnologie.

 

Quelli che invece resistono, ancora, al vento del cosiddetto “progresso”, a Poggio di Bretta hanno passato l’ultima settimana tagliati fuori dal mondo. Ancora più soli. Privati troppo a lungo dell’unico strumento che li connette con la loro comunità. Impossibilitati a comunicare con i propri cari, gli affetti più prossimi, con il proprio medico, con il negozio di alimentari per la spesa, con gli amici. A poter lanciare persino un allarme, una richiesta di aiuto, un’emergenza che, a una certa età, è sempre in agguato.

 

Quella cornetta muta per una settimana, fino ad oggi, è stata uno schiaffo vergognoso che loro, i più deboli, non si meritavano proprio. Quelli che la parola Facebook non sanno nemmeno pronunciarla. Quelli che uno smartphone non saprebbero neanche accenderlo. Quelli che la bolletta del telefono la pagano, puntualmente, ancora nel piccolo ufficio postale del paese, anche se apre solo a giorni alterni, e l’operatore dietro al vetro dello sportello lo cambiano di continuo. Fuori c’è  sempre la fila da fare. Ma, mentre si aspetta, si scambiano molto volentieri due chiacchiere con gli altri. Loro, i nostri vecchi, nel farlo, preferiscono guardarti negli occhi, piuttosto che scorrere, assenti, distratti, il freddo vuoto di un display.


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