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Esternalizzazione delle mense scolastiche, Viola Rossi (Cgil): «Che fine faranno i lavoratori precari?»

SAN BENEDETTO - Il tema verrà discusso in una commissione che avrà luogo la prossima settimana. I sindacati chiedono di essere ricevuti e fanno già sapere che si opporranno duramente all'assegnazione esterna del servizio di refezione
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Mense scolastiche, il tema mette in allerta i sindacati

 

di Giuseppe Di Marco

 

Quale futuro per i 57 addetti alle mense scolastiche di San Benedetto? La domanda sorge spontanea, mentre in Comune si valuta la possibile esternalizzazione del servizio di refezione. E i sindacati avvertono: se questa decisione verrà presa, sarà causa di una profonda spaccatura nei rapporti con il vertice comunale.

 

Nello specifico, il comparto mense coinvolge 48 lavoratori assunti annualmente a termine e altri 9 che invece fanno parte della macchina comunale a tempo indeterminato. Si tratta pertanto di due realtà differenti, che però ora vedono farsi più vicina la possibilità di non svolgere più le mansioni finora assegnate.

 

Per i dipendenti comunali a tempo indeterminato si prospetterebbe, in caso di esternalizzazione, una triplice soluzione: il riassorbimento totale da parte della cooperativa, il reintegro parziale oppure totale nella macchina comunale. Quest’ultima ipotesi però porrebbe ulteriori interrogativi sulle reali necessità lavorative detenute dall’ente. Per la cinquantina di addetti assunti a tempo determinato, ovviamente, il futuro sarebbe ancora più incerto.

 

«Se l’ipotesi verrà confermata, noi della Cgil siamo pronti a fare una dura opposizione – commenta Viola Rossi, segretaria provinciale per la funzione pubblica – Settimane fa abbiamo chiesto un incontro urgente per la riorganizzazione del carico lavorativo in comune, ma finora non siamo stati convocati. Sulle mense, il 15 febbraio c’è stato un incontro con le parti sociali, ma ci aspettiamo che la questione venga discussa con i sindacati. Dubito che l’esternalizzazione del servizio possa comportare un risparmio per l’ente: piuttosto si dovrebbe tendere alla reinternalizzazione, che porterebbe maggiore qualità e maggiori tutele per i lavoratori. Questo servizio, che consta di 7 cucine, 11 refezioni per circa 1.500 pasti al giorno, è troppo importante per essere liquidato senza un reale confronto sul tema. Che fine faranno quei circa 50 lavoratori precari?»

 

Oltre al dilemma sul personale, quindi, si dovrà capire come verranno rimodulate le fasce di esenzione. Tutti questi argomenti verranno trattati in una nuova commissione consiliare, che si riunirà in un giorno ancora non stabilito della prossima settimana.


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