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Montagna: preservare il “velo della memoria” è un atto di coraggio che spetta ai giovani

E' IL TEMA dell'ultimo libro di Giulia Grilli, "Il Lago Magico". Sullo sfondo, il lago di Pilato e i Sibillini. Autrice di racconti per ragazzi, nata ad Ascoli e residente a Montemonaco, non perde occasione a rimarcare il legame con la sua terra e il desiderio di vederne riconosciuto il valore che merita
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Giulia Grilli

La montagna ed i suoi luoghi incantati – minacciati da calamità naturali e perdita di attenzione verso una realtà fragile – rischiano lo spopolamento e, con esso, la perdita dell’identità e di una storia millenaria legata alle sue numerose risorse: natura, arte, magia, cultura, leggende.

Tutte queste cose sopravvivono solo grazie alla memoria e a chi si prende cura dei suoi tesori più preziosi.

Sono riposte nei bambini tutte le speranze che il “velo della memoria” non venga strappato dalle mani degli anziani e di quanti ancora, coraggiosamente abitano le zone montante.

E’ questo lo spirito che ha guidato i pensieri di Giulia Grilli, nata ad Ascoli e residente a Montemonaco, quando ha composto “Il Lago Magico”, un piccolo romanzo ricco di suggestioni legate alle storie magiche e fantastiche che da sempre aleggiano intorno ai monti Sibillini.

 

L’amore per la sua terra – martoriata dal sisma del 2016, messa dura prova dal Covid e minacciata dallo spopolamento – è il filo conduttore dei libri di Giulia Grilli, tutti rivolti ai bambini e ai ragazzi.

 

Sono ancora i bambini gli “eroi” del racconto ambientato intorno al lago di Pilato, coloro che salveranno il piccolo mondo di Gemma e Diamante, i due anziani radicati sui monti della Sibilla come pochi. Sono loro i veri custodi dei valori, della cultura, delle storie, vere o fantastiche, di queste magiche terre. Mani callose che tengono stretto il “Velo della Memoria” a chi vuole strapparlo via: che siano disinteresse verso la montagna, calamità o oblio, appunto.

 

«La speranza per la montagna – spiega l’autrice – sta nella conservazione e nella cura dei suoi tesori, comprese le comunità che la abitano, nella narrazione delle sue storie, ma anche nell’apertura al nuovo e al diverso, purché rispettoso delle sue fragilità e delle peculiarità che la contraddistinguono.

I giovani che hanno ereditato le storie e l’amore per la montagna – conclude la Grilli – sono quelli che potranno contrastare, con il loro coraggio, con le nuove idee, e con i sostegni giusti, quel processo di abbandono graduale delle suggestive e preziose aree interne, di cui il nostro territorio è ricco».

 

 


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