Donne e imprenditoria femminile, binomio vincente

IN OCCASIONE della "Giornata internazionale della donna", ecco le analisi e i numeri della Cna di Ascoli e di Confartigianato Imprese di Macerata-Ascoli-Fermo. Arianna Trillini (presidente Cna) e Francesco Balloni (direttore) della Cna Picena: «Dalle aziende in rosa un valore aggiunto per il territorio»
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Alcune imprenditrici della Cna di Ascoli

 

Nonostante le criticità che ad oggi affliggono il mondo del lavoro, le aziende al femminile continuano a rappresentare un indiscusso punto di riferimento nel panorama imprenditoriale del Piceno.

È quanto emerge dai dati elaborati dal Centro studi Cna Marche in occasione della “Giornata internazionale della donna”, che evidenziano un bilancio appena negativo nel confronto tra le imprese “rosa” attive sul territorio provinciale prima e dopo l’avvento della pandemia, delle recenti tensioni geopolitiche mondiali e del vertiginoso aumento dei costi di gestione che hanno provocato effetti devastanti sull’economia regionale.

Se ad oggi, infatti, le Marche lamentano la perdita di ben 1.924 attività nel confronto con il quadro imprenditoriale del 2018, la provincia di Ascoli può attualmente contare su 4.934 imprese attive in cui controllo e proprietà risultano prevalentemente in capo a donne, solo 132 in meno rispetto alle 5.066 registrate cinque anni fa. Il 23,9% delle aziende totali del territorio provinciale, peraltro, risulta a vocazione femminile, una percentuale perfettamente in linea con il 24% attestato nel 2018.

In particolare, nel 2022 il Piceno ha assistito alla perdita di 18 imprese femminili sulle 144 complessive in tutta la provincia, un dato che, al netto di un calo tutto sommato contenuto, conferma ulteriormente la capacità delle imprenditrici del territorio di affrontare al meglio le difficoltà del momento e di limitare così l’impatto della crisi.

In un periodo storico in cui innovazione e capacità di adattamento alle variazioni dei mercati rappresentano il fulcro dell’imprenditoria locale e nazionale, le aziende al femminile del Piceno sembrano inoltre discostarsi sensibilmente dal panorama imprenditoriale generale della provincia, con una struttura per macro-settori che nel 2022 presenta interessanti differenze.

In primo luogo, le imprese femminili vantano una maggiore concentrazione nei servizi (67,0% contro il 58,4% del tessuto complessivo di imprese della provincia) e nell’agricoltura (20,2% contro 17,1%) mentre sono assai meno presenti nelle costruzioni (3,1% contro 13,4%). Meno rilevante, invece, è la differenza nel settore delle manifatture, che per le imprese femminili pesano per il 9,7% e tra le imprese totali per l’11,0%.

Un cambio di passo nel settore dei servizi che va in parte a compensare i cali più o meno sensibili registrati nel settore primario e secondario. In particolare, ampliando l’orizzonte all’ultimo quinquennio, nel periodo compreso tra il 2018 e il 2022 le imprese femminili hanno perso 134 unità (-11,8%) nell’agricoltura e 78 (-6,5%) nel commercio, con un calo di sole 12 unità (-2,5%) nel manifatturiero.

Ad aver guadagnato imprese in termini sostenuti sono invece le attività di servizio, alcune delle quali definibili “ad alta intensità di conoscenza”: è il caso dei servizi di informazione e comunicazione, delle attività immobiliari, delle attività professionali, scientifiche e tecniche, in linea con le istanze di innovazione, formazione e aggiornamento promosse a più riprese dalla Cna di Ascoli.

In definitiva, il quadro provinciale testimonia un’imprenditoria in rosa in buona salute, evidentemente provata dagli sconvolgimenti che negli ultimi anni hanno turbato lo scenario economico mondiale ma non per questo priva di idee, spirito imprenditoriale e saper fare.

Per loro, per le nostre aziende in rosa, ogni giorno deve rappresentare l’8 marzo. A gestirle sono le donne che fanno impresa, le stesse che quotidianamente si trovano a combattere con le difficoltà nel conciliare lavoro e famiglia, con la carenza di asili e servizi sociali per i figli, con la diffidenza delle banche in caso di investimenti aziendali.

È da queste premesse che, in occasione della “Giornata internazionale della donna”, la Cna di Ascoli ribadisce la necessità di garantire alle donne che fanno impresa l’accesso a percorsi di formazione e a finanziamenti necessari per coltivare il proprio progetto imprenditoriale, senza che ostacoli burocratici e pregiudizi ne impediscano la realizzazione.

Arianna Trillini e Francesco Balloni

«Per proseguire al meglio in un percorso fin qui estremamente virtuoso è necessario che le istituzioni continuino a garantire la parità tra uomo e donna nella quotidianità del mondo del lavoroafferma il direttore Francesco Ballonila Cna di Ascoli è una realtà a forte vocazione femminile e ha la fortuna di poter contare su una presidenza e una struttura composta prevalentemente da donne. Siamo da sempre dalla parte delle imprese in rosa e di tutte coloro che, ogni giorno, lottano per affermare la propria dignità in casa, nella società e sul lavoro».

«Qualità, professionalità e saper fare sono i capisaldi delle aziende al femminile del Piceno, un autentico valore aggiunto nel tessuto imprenditoriale locale dichiara Arianna Trillini, presidente Cna Ascoliin una fase delicata come quella che stiamo vivendo, è nostro dovere continuare ad affiancare e sostenere le imprenditrici che quotidianamente scelgono di investire sul territorio, sulla scia dell’ottimo lavoro svolto negli anni per sensibilizzare e consolidare una partecipazione attiva delle donne nell’imprenditoria picena, anche nei settori tradizionalmente più legati a professionalità al maschile, in cui le nostre imprenditrici hanno già dimostrato di sapersi muovere con intraprendenza ed entusiasmo».

«La nostra associazione crede fermamente nel valore delle donne, nella vita come nel lavoro – sottolinea Monia Capriotti, responsabile Comitato Impresa donna CNA Ascoli Piceno -. Da sempre siamo costantemente in prima linea fornendo assistenza, supporto e sostegno a tutte le donne che intendano avviare un progetto imprenditoriale, creando occupazione e facendo il bene del territorio. Le difficoltà degli ultimi tempi di certo non aiutano, ma le donne ci sono e continueranno a fare la propria parte nel percorso di ripresa dell’economia del Piceno».

 

IMPRESE ATTIVE FEMMINILI

 

 

IMPRESE ATTIVE TOTALI

 

 

CONFARTIGIANATO IMPRESE

 

«L’imprenditoria femminile tiene testa­, ma pesano covid e guerra, serve una svolta culturale e il Pnrr può fare la differenza».

 

Lo afferma Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli-Fermo, che poi scende nel dettaglio: «L’imprenditoria femminile ha affrontato anni difficili tra pandemia, crisi economica e caro energia e dimostra ancora la sua tenacia nei territori. I dati provinciali attestano un peso delle aziende condotte da donne nella tenuta del tessuto produttivo, specialmente guardando alla dinamica delle imprese femminili artigiane, migliore rispetto alle imprese femminili totali. Ma per sorreggere l’imprenditoria femminile c’è bisogno di una spinta in più».

 

Al 31 dicembre 2022 sono infatti registrate 8.390 imprese femminili nel Maceratese, 5.609 nell’Ascolano e 4.623 nel Fermano, che incidono rispettivamente del 24,2%, del 23,4% e del 24% sul totale delle imprese registrate. Di queste, quasi una su dieci è condotta da giovani (sono 795 a Macerata, 525 ad Ascoli, 413 a Fermo). Significativo anche il peso delle imprese femminili a conduzione straniera, che sono 959 nel Maceratese, 709 nell’Ascolano, 602 nel Fermano.

 

Andando a confrontare i dati delle imprese artigiane femminili delle tre province di riferimento (che a paragone con il recente storico registrano andamenti migliori rispetto al totale delle imprese donna), ne sono registrate al 31 dicembre 2022: 1.852 a Macerata, 1.261 a Fermo, 1.120 ad Ascoli. Di queste, nel Maceratese 218 sono giovani e 270 condotte da donne straniere, nell’Ascolano 159 e 129, nel Fermano 107 e 171.

 

Tra le ombre nelle analisi delle imprese femminili artigiane, si evidenziano ancora delle flessioni nella composizione rispetto al 2021 (-0,3% nell’Ascolano, -3,7% nel Maceratese, -4% nel Fermano) ma con un rallentamento del segno meno rispetto al 2019 (quando il calo era di -0,7 ad Ascoli, -5,5 a Fermo, -5,8 nella provincia di Macerata). Sintomi di una lenta ma progressiva stabilizzazione.

 

Sara Servili, presidente interprovinciale del Movimento Donne Impresa: «Serve una svolta culturale per sostenere il lavoro e l’imprenditoria femminile un impegno comune a creare le condizioni per esaltare il talento delle donne e favorirne la partecipazione al mercato del lavoro. Le imprenditrici e in generale le donne italiane devono fare i conti con la carenza di politiche a favore dell’occupazione femminile e con un welfare che non aiuta a conciliare il lavoro con la cura della famiglia. Basta con gli interventi-spot: il futuro del nostro Paese dipende anche da quanto e come investiremo, con misure strutturali e stabili, per favorire la piena e duratura partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Anche grazie alle risorse del Pnrr abbiamo l’occasione imperdibile di creare le condizioni per sostenere e valorizzare finalmente il talento delle donne e la loro capacità di contribuire alla crescita economica e sociale. Inoltre, rimettiamo al centro il tema della maternità, per promuovere quella conciliazione tra lavoro di cura e lavoro extra-domestico che è indispensabile per rilanciare al tempo stesso la natalità e il lavoro femminile».

 

Eleonora D’Angelantonio, responsabile Movimento Donne Impresa Confartigianato Macerata-Ascoli- Fermo: «Confartigianato, grazie al sostegno dei Ministeri competenti sta predisponendo iniziative per incentivare la conciliazione e rendere la vita più semplice alle donne che vogliono diventare madri senza per questo rinunciare alla propria vocazione professionale. Intendiamo ricostruire quella rete di assistenza, servizi e solidarietà che un tempo era rappresentata da una rete parentale oggi molto sfibrata e può essere rimessa in piedi attraverso il welfare di prossimità, utilizzando anche le potenzialità delle nuove tecnologie. Partecipiamo inoltre, attraverso il Dipartimento delle Pari Opportunità all’attuazione della misura del Pnrr dedicata all’imprenditoria femminile, che mette a disposizione 400 milioni di euro. All’impegno del ministero delle Pari Opportunità si affianca poi quello dichiarato dalle parlamentari, che in occasione della recente Convention Nazionale Donne Impresa Confartigianato, si sono mostrate tutte d’accordo nel voler intensificare il confronto con Confartigianato per raccogliere proposte da condividere, ed iniziative parlamentari trasversali ai tutti i gruppi politici in nome della parità di genere e del superamento degli ostacoli che frenano la partecipazione delle donne al mercato del lavoro».

 


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