Formazione “in house” obbligatoria: la comunicazione del sindaco Fioravanti innesca la polemica di Ameli del Pd

ASCOLI - Il capogruppo dem: «Concordo pienamente sulla necessità di formare i nostri dipendenti comunali e ribadisco come sia lodevole il fatto che le Amministrazioni pubbliche vogliano dare loro centralità, ma ritengo i costi assolutamente eccessivi. Mi lascia basito l’obbligatorietà. Presenteremo un'interrogazione»
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Palazzo Arengo, il sindaco Marco Fioravanti e Francesco Ameli del Pd

 

«I dirigenti, le posizioni organizzative e i “dipendenti invitati” del Comune di Ascoli sono stati obbligati dal sindaco Marco Fioravanti a partecipare ad una “seduta” formativa per la via della felicità, che unitamente ad un’altra giornata dedicata, è costata alle casse comunali la modica cifra di 12.200 euro, come da determina 683 dello scorso 7 marzo. Concordo pienamente sulla necessità di formare i nostri dipendenti comunali e ribadisco come sia lodevole il fatto che le Amministrazioni pubbliche vogliano dare loro centralità, ma ritengo i costi assolutamente eccessivi. Mi lascia basito l’obbligatorietà».

 

Lo afferma Francesco Ameli, consigliere comunale d’opposizione, capogruppo  del Partito Democratico di cui è anche segretario provinciale.

«Mi chiedo e chiedo alla cittadinanza: se si vuole pensare alla felicità ed al benessere dei dipendenti di una Pubblica Amministrazione, già solo redigere una comunicazione con cui si evidenzia l’obbligatorietà della partecipazione, non significa già di per se’ questo una “soggezione psicologica”? In contrasto con l’auspicata felicità che si vorrebbe ottenere attraverso “esercizi esperienziali di attivazione della happygenetica”, di “heart coerence” e il “viaggio nelle cinque stanze della vita”. E’ tutto molto interessante, ma anche tutto molto stravagante – continua Ameli – ma ciò che che mi lascia perplesso, in particolare, è la concezione di Pubblica Amministrazione che il sindaco sembra voler dare ai dipendenti. Non mi sfugge che le attività formative messe in atto siano rivolte ad un percorso che, a giudizio dello scrivente, vuol far assumere alla Pubblica Amministrazione i contorni di un’azienda privatistica, facendone venire meno i propri caratteri essenziali.

 

Ovviamente presenteremo un’interrogazione in Consiglio comunale per farci spiegare (ammesso che possa esserci una spiegazione sensata) per quale motivo la “giornata di formazione” sia stata riservata solo ad alcuni dirigenti e dipendenti, in base a quale criterio siano stati selezionati e se vi hanno partecipato dipendenti di altri enti. Penso sia necessario – aggiunge l’esponente dem – che il sindaco chiarisca come sia possibile imporre l’obbligatorietà per una cosa del genere, per un appuntamento che non può essere certo considerato un corso di aggiornamento sugli aspetti meramente tecnici dell’attività di dirigenti e dipendenti ma, piuttosto, inerente ambiti personali e privati che non possono e non devono essere oggetto di obbligo. In base a quale particolare necessità dell’Amministrazione comunale e in virtù di quale potere si può obbligare un dipendente comunale ad “esercizi esperienziali di attivazione della happygenetica”, “instaurare un cambiamento del proprio stato fisico ed emotivo” o ad effettuare “il viaggio nelle 5 stanze della vita”?

 

Sarà inoltre interessante capire quali rapporti intercorrano tra la società che ha offerto consulenza ed altre iniziative che sono state fatte nella città di Ascoli. Il sindaco Fioravanti può legittimamente fare tutti i “percorsi esperienziali” che vuole, può viaggiare nelle 5 stanze della vita, può altrettanto legittimamente aspirare a cambiare il proprio stato fisico ed emotivo. Ma è assolutamente inaccettabile – conclude Ameli – che imponga di farli ad un ristretto numero di dirigenti e dipendenti comunali, per giunta a spese dei cittadini ascolani».


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