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I suoi ex studenti dell’Ulpiani: «Intitoliamo il Laboratorio di Chimica Agraria e tecniche agroalimentari al professor Enrico Marini»

DOPO essersi ritrovati in un comitato spontaneo, hanno presentato la richiesta alla preside Rosanna Moretti, al presidente del Consiglio d’Istituto e al collegio docenti. Il ricordo del grande maestro dell’Enologia italiana, che all’Itas ha insegnato dal 1957 al 1991, scomparso nel 2020 a 92 anni
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di Andrea Ferretti

 

«Il professor Enrico Marini è stato un eccellente insegnante di Chimica Agraria all’Istituto Tecnico Agrario “Celso Ulpiani” di Ascoli. Negli anni Sessanta, insieme al preside Costante Di Matteo, fondò il laboratorio di Chimica Agraria e Industrie Agroalimentari e il corso specialistico in Enologia, dove si sono formate intere generazioni di enologi e dirigenti del settore agrario. Per migliaia di noi suoi ex allievi è stata una persona encomiabile che ha fatto conoscere in tutto il mondo l’Istituto Tecnico Agrario di Ascoli con le certificazioni di analisi per l’esportazione dei vini doc all’estero rilasciati proprio dal “suo” laboratorio. Se Ascoli e il suo territorio sono a vocazione vinicola molto lo si deve a lui».

 

E’ quello che affermano i suoi ex allievi, molti dei quali si sono ritrovati, condividendo ovviamente gli stessi intenti, in un comitato spontaneo che ha deciso di chiedere ai responsabili del loro vecchio caro “Ulpiani” di intitolare al professor Enrico Marini il Laboratorio di Chimica Agraria e Tecniche agroalimentari.

 

Non stiamo parlando di una scuola qualunque, ma di un Istituto che è stato, ed è, frequentato da studenti provenienti da mezza Italia. Una scuola che ha appena tagliato il prestigioso traguardo del 140° anniversario di fondazione e che, come conferma il comitato spontaneo, ha effettuato intitolazioni nell’area dell’orto botanico a dirigenti e docenti recentemente scomparsi. Intitolare quindi il “suo” laboratorio al professor Enrico Marini, è il minimo che possa essere fatto. A quasi tre anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel luglio 2020 all’età di 92 anni.

 

La storia di Enrico Marini è da film. E’ quella di un grande maestro dell’Enologia italiana. Una personalità nel mondo vitivinicolo nazionale di rara preparazione scientifica. Un professionista che trattava argomenti enologici con scienziati del calibro di Pier Giovanni Garoglio, che lo chiamò a collaborare nella revisione di quella che può essere definita la Bibbia dell’enologo: “La Nuova Enologia”.

 

Moltissimi dei ragazzi usciti dall’Ulpiani, dopo averlo avuto come insegnante, hanno potuto affrontare il mondo vitivinicolo soprattutto grazie alla preparazione di metodo che le sue discipline fornivano: capire non semplicemente imparare, studiare per ragionare e non per memorizzare.

 

Numerosi gli incarichi ricoperti dl professor Marini. All’Ulpiani ha insegnato dal 1957 al 1991 seguendo l’iter scolastico di numerosi allievi fino al diploma di enotecnico, oggi in tanti occupati in aziende viticole-enologiche delle Marche, dell’Abruzzo e di altre regioni.

 

Fu anche direttore del laboratorio di Chimica e Industrie agrarie, annesso all’Istituto e autorizzato dal Maf al rilascio dei certificati di analisi dei vini destinati all’esportazione. Collaborò con la Camera di Commercio nello studio dei vini locali contribuendo alla stesura dei disciplinari dei vini doc “Rosso Piceno” e “Falerio dei Colli Ascolani”.

 

Tenne numerose lezioni nei corsi di qualificazione professionale organizzati dell’Associazione Italiana Sommeliers e fece parte della commissione di appello per l’esame organolettico dei vini Doc e Docg dell’Italia centrale, nominato dal Maf nel 1989. Fin dall’inizio fece parte anche della commissione degustazione vini doc (prima come presidente, poi come membro) della Camera di Commercio di Ascoli.

 

IL TESTO DELLA LETTERA/RICHIESTA

 

Gli scriventi e rappresentanti di altre migliaia di discenti di questo nostro/vostro Istituto Tecnico Agrario Celso Ulpiani, come noi ancora preferiamo chiamarlo, essendo venuti a conoscenza di recentissime intitolazioni nell’area dell’orto botanico a dirigenti e docenti recentemente scomparsi, in occasione dei festeggiamenti del centoquarantesimo del nostro istituto, chiedono con lo stesso spirito l’intitolazione del Laboratorio di Chimica Agraria ed Industrie Agroalimentari, al de cuius prof. Enrico Marini.

 

Sono passati tre anni dalla sua dipartita, ma pur essendo invisibile ma fortemente presente come tutti gli spiriti nobili non vogliamo condannare all’oblio chi ha speso una vita per questo nobile istituto. La testimonianza della numerosa, ma minima sotto l’aspetto numerico, è un’occasione di recupero della memoria, che ci rimanderà a un passato ancora presente e vivo nel nostro istituto, nella città di Ascoli e nel mondo intero attraverso le sue lezioni impartite alle migliaia di studenti che hanno portato nel mondo i suoi insegnamenti.

 

La storia dell’Agraria, come affettuosamente chiamata da noi tutti, è fortemente intrecciata con tutto il territorio cittadino, provinciale, italiano ed europeo, il prof. Marini ha favorito con le sue idee, le sue iniziative il crescere di esso riscuotendo consensi unanimi e sempre crescenti. Ha fatto conoscere il laboratorio di Chimica e l’Istituto Tecnico Agrario “Ulpiani” in tutto il mondo attraverso i certificati di analisi sui vini Doc rilasciati per l’esportazione in tanti Paesi esteri.

 

La sezione di specializzazione di Viticoltura ed Enologia nasce con il suo entusiasmo e lungimiranza ben condivisi da un altro pilastro dell’Ulpiani ovvero l’allora compianto preside prof. Costante Di Matteo.

 

Ma se questo era l’Enrico Marini professionista e professionale ai fini dell’esclusivo interesse della scuola, ci preme parallelamente far conoscere il docente Marini “uomo”, educatore. Un pedagogo che non ha mai distaccato il sapere scolastico dalla formazione umana, elemento questo che l’ha portato alla nostra totale riconoscenza verso i suoi confronti.

 

Era fondamentale che la nostra vita a scuola doveva essere svolta, si all’imparare delle nozioni tecniche, ma soprattutto doveva essere la base della formazione dell’essere. In una sola parola creare “cultura”.

 

Plasmare, rispettando fino all’infinito le naturali tendenze, nell’unico interesse di un adolescente dall’età di 14 anni e lasciarlo a 20 anni, doveva far maturare l’uomo, la solidarietà, il cittadino aperto sul mondo.

 

Sicuramente, noi discenti possiamo dire che abbiamo imparato, anche divertendoci, la vita in tutti i suoi aspetti. Anche quando sono stati vissuti momenti sociali turbolenti, grazie a lui, ci sono stati sempre la disponibilità e il confronto. L’uomo di cultura non sta mai fermo, amava ripetere a noi tutti. Un’altra frase che amava, presa dal Petrarca era: “non voglio un filosofo che mi dica la verità ma che mi faccia amare la verità”.

 

Tutti gli allievi che sono poi entrati nel mondo del lavoro, molti sono diventati titolari o dirigenti d’azienda di strutture a livello planetario, alcuni hanno fatto carriera nelle aule universitarie come docenti titolari di cattedra come magister ordinari, molti altri ancora rientrati nella nostra scuola come presidi, docenti e altre forme di collaborazione; hanno consolidato un attaccamento e un’appartenenza di vecchia gloriosa famiglia.

 

Pari spirito d’appartenenza lo hanno sviluppato anche chi ha cambiato lavoro come medici, ingegneri, esperti internazionali della comunicazione, economisti, politici e amministratori nei vari livelli locale, nazionale, europei e con un ex ministro dell’agricoltura, e per non farsi mancare nulla anche un monsignore della fede cattolica.

 

A voi e noi tutti resta il dovere di ricordarlo, per coltivare amorevolmente il nostro istituto perché tante generazioni lo possano onorare sempre al meglio, e che rimanga sempre il primato di primogenitura nel valore scolastico e formativo.

 

Attendendo fiduciosi il vostro cortese riscontro accogliendo il nostro auspicio, vogliate gradire, i sensi della nostra più alta considerazione.


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