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Nelle Marche 11 persone su 100 sono in stato di indigenza: «Necessario lavorare in rete per contrastare il fenomeno»

CONVEGNO - Se ne è parlato a Loreto, per iniziativa del Centro Famiglia di San Benedetto. Sono stati analizzati i dati del 2021 e del 2022, con il risultato che la povertà è in aumento. Monsignor Bresciani: «C’è bisogno di un patto sociale con interventi coordinati e condivisi, tenendo presente la totalità della persona»
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Marina Marziale, (Ipsia “Guastaferro” di San Benedetto), Rita Scocchera, dirigente tecnico dell’Usr per le Marche,  Alessandra Di Emidio dell’Usr per le Marche, Francesco Lucantoni, (Iis “Einstein-Nebbia” di Loreto),  Eleonora Augello, (Iis “Alessandro Volta” di Fano)

 

“La povertà multidisciplinare” al centro di un convegno che si è tenuto a Loreto, lo scorso 14 aprile, organizzato dal Centro Famiglia di San Benedetto, con il patrocinio dell’Assemblea Legislativa delle Marche e dell’Ufficio scolastico regionale per le Marche in collaborazione con la Comunità di Capodarco e il Centro di aiuto di Loreto.

 

Dino Latini, presidente del Consiglio regionale delle Marche e Alessandra Di Emidio (Usr)

Presenti anche il presidente della Regione Marche Dino Latini ed il vescovo della Diocesi di San Benedetto Carlo Bresciani.

 

Un folto numero di esperti si sono riuniti nella città lauretana, consapevoli dell’urgenza di un confronto sinergico, volto a fronteggiare un presente svilito da contingenze legate a pandemia, crisi energetica, inflazione e guerre in corso.

 

Secondo il “Rapporto 2022” della Caritas, l’anello debole, incentrato su povertà ed esclusione sociale in Italia, sono aumentate le quote di disagio e fragilità nel nostro Paese, coinvolgendo in modo diverso persone e famiglie, non sempre provenienti da vissuti di povertà e disagio sociale.

 

Nell’ambito delle statistiche sulla povertà, l’Istat ha spiegato che, nel 2021, sono in condizione di povertà assoluta circa 1,9 milioni di famiglie e 5,6 milioni di individui.

 

E ancora, nelle Marche le persone in condizioni di indigenza sono undici su cento, un punto sopra la media nazionale, mentre secondo dati raccolti presso i centri Caritas della regione, aumenta anche il numero dei senza fissa dimora nelle Marche: +13,6% dal 2019 al 2021.

 

«Oggi i poveri non sono più solo gli anziani – ha detto Marco D’Aurizio, Caritas regionale – a loro infatti si aggiungono i giovani, i lavoratori precari o con basso reddito e gli stranieri. La principale povertà è economica, ma poi ci sono problemi abitativi, lavorativi, famigliari che aumentano la forbice di indigenza. Ci sono molto bisogni, il problema economico arriva perché dietro ci sono altri fattori, altre fragilità. La questione può essere risolta partendo dall’incontro e dall’ascolto, poiché rappresentano le prime forme di sostegno alla persona».

 

Di rimedi all’indigenza ha parlato anche monsignor Bresciani: «C’è bisogno di un lavoro in rete, di un vero patto sociale con interventi coordinati e condivisi, tenendo presente la totalità della persona. La Chiesa da sempre si fa carico della povertà educativa, della salute e della carità, non si è mai ritirata nell’astratta attività individuale. La povertà che stiamo vivendo è la risultanza della società materialistica e individualista con cui oggi occorre fare i conti».

 

A fronte dei dati sulla dispersione scolastica (nelle Marche 8%, in Italia 12,7% e in Europa 9,7%), l’invito a fare rete fra istituzioni e agenzie educative è giunto, in modo corale, anche da parte della scuola, rappresentata da tre dirigenti scolastici degli Istituti secondari di secondo grado delle Marche: Marina Marziale, dell’Ipsia “Guastaferro”, Francesco Lucantoni dell’Iis “Einstein-Nebbia” di Loreto ed Eleonora Augello dell’Iis “Alessandro Volta”.

 

Ma per la lotta alla povertà educativa fondamentale risulta anche l’azione di prevenzione da attuare fin dai primi anni di età, come ha spiegato, attraverso un contributo scientifico di approccio montessoriano, il dirigente tecnico dell’Usr per le Marche, Rita Scocchera.

 

L’incontro, volto a sensibilizzare l’opinione pubblica verso un fenomeno la cui cancellazione costituisce in effetti il primo dei diciassette obiettivi dell’Agenda 2030, ha annoverato anche la presenza delle associazioni sindacali e di Confindustria: «Il 65% dei bambini che oggi fanno le elementari – ha dichiarato Roberto Cardinali, presidente Confindustria Marche svolgeranno domani un lavoro che oggi non esiste».

 

La povertà oggi cambia fisionomia, dunque, ed esige prospettive di valutazione multi-valoriali e senz’altro nuove, cionondimeno essa resta pur sempre un fenomeno da cui tenersi alla larga. Come ha ricordato nell’ambito del convegno anche Don Vinicio Albanesi della Comunità di Capodarco:  «Purtroppo oggi essere poveri è una vergogna, pertanto le persone, orientate al benessere, non se ne occupano. Il povero risulta più che mai marginalizzato ed escluso, perché fa paura (aporofobia), esattamente come spaventa e si vorrebbe disconoscere ciò che esso rappresenta».


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