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Ast, tutto tace sul fronte delle vertenze ed i sindacalisti hanno perso la pazienza: intanto sono pronti i ricorsi sui tempi di vestizione 

ASCOLI - I lavoratori della Sanità picena vantano «un credito medio  di circa 6.000 euro, oltre agli altri emolumenti, mai riscossi». C'è anche, in merito all'accordo di dicembre scorso, chi chiede l'avvio di un "procedimento disciplinare" nei confronti di Esposito
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Tutto tace sul fronte delle vertenze sindacali in Ast Ascoli ed i rappresentanti dei lavoratori sono sempre più spazientiti, dal silenzio dei vertici della Sanità picena e della Regione Marche.

 

E’ impellente, per i sindacalisti di tutte le sigle, avere qualche certezza sulle indennità relative ai tempi di vestizione: il 21 maggio – ricordano – scade il termine per richiedere i 5 anni di arretrati,  mai corrisposti.

Sono quindi tutti pronti ad intentare azioni legali (ricorsi) per richiedere quanto di spettanza dal 2018, somme (l’80% del dovuto) che erano al centro dell’accordo del 14 dicembre scorso, tra sindacati e Area Vasta 5, ma che – nonostante tutte le rassicurazioni dello stesso assessore regionale Filippo Saltamartini – sembra essere proprio un “accordo farlocco”.

A firmarlo, insieme a tutte le sigle, l’allora sub commissario Massimo Esposito. A riguardo, Nursind, Nursind Up e Usb chiedono «l’avvio di un procedimento disciplinare nei confronti del dottor Massimo Esposito, per aver dichiarato di possedere la delega, senza autorizzazione e senza copertura economica nei confronti del personale avete diritto della ex Area Vasta 5».

 

Più sobriamente, Cgil, Cisl e Uil funzione pubblica, Ugl Salute e Fials, in vista del 21 maggio,  «considerato che la Parte Datoriale Pubblica non ha ancora dato esecutività all’accordo transattivo sottoscritto in data 14 dicembre 2022, queste organizzazioni sindacali, pur prendendo atto delle assicurazioni fornite alle scriventi dai rappresentanti regionali, da ultimo in data 11 aprile 2023 nonché a mezzo stampa, i quali avevano garantito il pagamento di dette competenze arretrate, al fine di non correre alcun rischio per l’intervento dei termini prescrittivi, comunicano  che attiveranno immediatamente tutte le iniziative finalizzate ad interrompere i termini di prescrizione nonché a depositare specifici ricorsi per ciascun dipendente avente titolo al fine di recuperare tutte le competenze spettanti ovviamente con i relativi interessi, rivalutazioni monetarie e conseguenti oneri a carico dell’Amministrazione inadempiente».

 

Pertanto, se a dicembre poteva stare bene a tutti l’80%, adesso i lavoratori non sono più disposti a fare sconti. Anzi, vogliono tutto, compresi gli interessi: «Un credito medio per ciascun dipendente di circa 6.000 euro, oltre agli altri emolumenti, mai riscossi, derivanti dall’omessa attuazione delle progressioni economiche orizzontali 2021, 2022 e 2023 e delle indennità Covid». 

 

«A distanza di diversi mesi dalla costituzione della nuova Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli – ribadiscono Cgil, Cisl e Uil funzione pubblica, Ugl Salute e Fials – restano tutti insoluti i gravissimi problemi di carattere sindacale dei lavoratori della Sanità pubblica del territorio che li vede fortemente penalizzati rispetto ai colleghi delle altre province delle Marche.
Le gravissime criticità appaiono ancora più inaccettabili se si pensa che le stesse derivano
addirittura dalla mancata applicazione del Contratto nazionale, nonché dalla violazione di specifiche norme legislative. 

Ulteriormente grave – i sindacalisti tornano alla carica sull’argomento, che li vede in contrasto con i colleghi di Nursind, Nursing Up e Usb risulta la mancata assegnazione degli incarichi di funzione derivanti dalla riorganizzazione del Servizio Sanitario territoriale che sta comportando macroscopiche disfunzioni a discapito della collettività picena.

Va altresì evidenziato che il citato personale deve mediamente fruire di oltre 100 giornate di ferie arretrate».

 


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