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Sanità, la minoranza valuterà una diffida nei confronti della Regione Marche

SAN BENEDETTO - Sotto la lente d'ingrandimento il Piano sociosanitario appena presentato. Alcuni consiglieri dell'opposizione lamentano la presenza di dati non adeguati nell'analisi congiunta di domanda e offerta sanitaria
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L’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto

 

di Giuseppe Di Marco

 

Inviare una diffida alla Regione Marche per esortarla a modificare il Piano sociosanitario appena presentato: è quello che valuta di fare parte della minoranza consiliare di San Benedetto al fine di imprimere una svolta nella riforma della sanità locale.

 

La questione è emersa a margine della riunione del gruppo ristretto tenutasi ieri sera in Comune, alla quale hanno partecipato il sindaco Antonio Spazzafumo assieme ad una rappresentanza della sua maggioranza e dell’opposizione. Ufficialmente, la decisione partorita nel rendez vous è la convocazione di una commissione sanità, fissata per il 18 maggio, nella quale verrà invitato anche il consigliere regionale Andrea Assenti.

 

Al membro dell’assemblea legislativa marchigiana dovrebbe essere presentata una relazione contenente tutte le criticità del “Madonna del Soccorso” cui è necessario porre rimedio nel più breve tempo possibile. Nello stesso documento dovrebbe essere presentata una lista di controdeduzioni al Piano sociosanitario, in modo tale che il vertice regionale ne sia messo al corrente.

 

Parte del gruppo misto e del centrosinistra, però, starebbero valutando di far scrivere una diffida da indirizzare a Palazzo Raffaello, per fare in modo che la Regione modifichi il Piano. Come? Rifacendo l’analisi della domanda e dell’offerta sanitaria, che per la minoranza si baserebbe su dati non adeguatamente calibrati al bacino d’utenza della Riviera.

 

L’iniziativa principale, per ora, rimane la relazione. «Intendiamo fare presente alla Regione tutte le nostre criticità – afferma Spazzafumo – dalla carenza di personale alle eventuali, al trasferimento del Dipartimento di Prevenzione, che vogliamo rimanga entro i confini di San Benedetto. Inoltre, entro breve convocheremo i sindaci del territorio per concordare le decisioni da prendere per il bene della nostra sanità». Ai sindaci, peraltro, potrebbe essere prospettata l’idea stessa della diffida.


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