di Luca Capponi
Ascolano classe ‘98, Leonardo De Cesare arriva al suo debutto discografico solista dopo una serie di esperienze come dj e producer; tra le sue collaborazioni più prestigiose ci sono sicuramente quelle con i rapper Laiounge e Jack The Smoker. Il campo d’azione, infatti, è proprio quello dell’hip hop, genere in cui si colloca il disco appena dato alle stampe col nome d’arte di LeoDec, intitolato “Heaven”.
Leonardo De Cesare, in arte LeoDec
Pubblicato e distribuito da StageOne, l’album mette al centro la poetica dell’artista e non solo: la filosofia è di ribaltare i ruoli abituali, per uscire dalla narcotica routine. Ecco perchè Leonardo ha messo al centro le sue idee e poi ha deciso di radunare alcuni colleghi (tutti ascolani come lui) per lavorarci su, quasi come a invertire le regole.
Ecco dunque che tra le sei tracce di “Heaven” troviamo nomi come Eyor e Alex Bartok (in “Take Away”), Pencil (“Nuvole in stanza”), Bleach e Contado (“Io e te”), 2B (“Gangsta’s Paradise”) e Lele, il fratello di Leonardo, che appare nel brano “Feeling”. Una sorta di crew che si immerge negli elementi cardine del nostro quotidiano: sentimenti, esperienze, amore.
«Dietro questo lavoro c’è anche una sorta di rivendicazione territoriale, la voglia di dimostrare che la piccola provincia non può essere un limite e non deve mai essere una scusa -spiega LeoDec-. Se hai le persone giuste intorno, puoi realizzare i tuoi progetti ovunque ti trovi. Questo approccio ha fatto sì che gli artisti che hanno collaborato, ognuno a suo modo, siano riusciti a centrare perfettamente l’obbiettivo, permettendo all’album di avere un filo conduttore preciso, una sua coerenza artistica».
La copertina del disco
«Le sonorità che compongono questo lavoro -continua- mettono in mostra tutto il mio bagaglio sonoro, che va dall’hip hop anni novanta fino all’attuale scena rap, per passare attraverso la trap ed il pop, fino a far riaffiorare la mia attività di deejay con richiami alla house. Un album stratificato, frutto del lavoro degli ultimi anni, fatto di idee abbozzate fra una produzione e l’altra e mai portate a termine, che una volta lasciate libere hanno preso vita come per magia, quasi aspettassero il momento di uscire dal cassetto in cui erano riposte».
«Rappresenta l’ennesimo cambio di rotta di questo album -conclude LeoDec-. Si tratta di un pezzo che attinge a piene mani da quel periodo con una ritmica serrata e loop che si stampano nella testa dell’ascoltatore. Con questo brano voglio esorcizzare gli stereotipi legati alla mia scena musicale di riferimento, troppo spesso abusati. Un brano forte come il messaggio che vuole veicolare: l’unica via è essere se stessi e non inseguire cliché che non ci rappresentano solo per apparire».
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