Elezioni a Grottammare, ecco la composizione temporanea del nuovo Consiglio

Il palazzo comunale di Grottammare

di Giuseppe Di Marco

E’ di ieri la proclamazione del nuovo Consiglio comunale di Grottammare. Dopo quella del sindaco Alessandro Rocchi, avvenuta in mattinata, l’ufficio centrale elettorale ha proseguito i lavori sui risultati elettorali di domenica 14 e lunedì 15 maggio, formalizzando a metà pomeriggio la composizione del Consiglio comunale, in carica fino al 2028 e composto da 16 consiglieri, oltre al sindaco. Cinque di loro siederanno per la prima volta sugli scranni di Palazzo Ravenna.

Alla lista “Solidarietà e Partecipazione” vanno sei seggi, nelle persone di Luigi Travaglini, Manolo Olivieri, Alessandra Biocca, Stefano Novelli, Marica Scipioni e Rossella Moscardelli che rappresentano due dei quattro volti nuovi in Consiglio. Invece per quanto riguarda la lista “Città in movimento”, entrano quattro consiglieri: Bruno Talamonti, Monica Pomili, Cristina Baldoni e la novità Marco Tamburro.

Squadra che vince non si cambia, o si cambia solo in parte. Della coalizione uscita vittoriosa dall’agone elettorale, quattro consiglieri, ovvero Travaglini, Novelli, Talamonti e Baldoni, erano già entrati a far parte del Consiglio nel 2018. Nello stesso alveo, cinque anni fa, Biocca venne nominata assessore all’ambiente, Olivieri ai lavori pubblici, Pomili al sociale.

In minoranza, ad entrare per la prima volta in Consiglio è lo stesso candidato sindaco Marco Sprecacè, il quale, per quanto riguarda la coalizione che lo ha sostenuto, sarà affiancato da due consiglieri della lista “Grottammare c’è”, nelle persone di Giuliano Vagnoni e Federica Concetti, e due della lista “Fratelli d’Italia”, nelle persone di Raffaele Rossi e Tiziana Stampatori. Per la coalizione “Senso civico-Città futura-Noi per Grottammare-Città unica”, entra il solo candidato sindaco Lorenzo Vesperini, unico riconfermato, tra i ranghi dell’opposizione, rispetto all’assise del 2018.

E’ chiaro sin da ora come questa composizione sia destinata a cambiare, dato che alcuni eletti in Consiglio potrebbero entrare a far parte della giunta, lasciando il proprio seggio ai candidati con più preferenze finora rimasti fuori dall’assise.

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