Ascoli, Samuel Giovane è vice campione del mondo

CALCIO - Il centrocampista bianconero (fino al 30 giugno quando rientrerà all'Atalanta) capitano degli azzurri anche nella finale persa contro l'Uruguay al Mondiale Under 20 disputato in Argentina su un campo di patate. Serie A e maglia azzurra nel suo futuro immediato: quella maglia che è stata scippata a Riccardo Orsolini
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Samuel Giovane, Roberto Mancini, Riccardo Orsolini

 

di Andrea Ferretti

 

Samuel Giovane, centrocampista dell’Ascoli – ancora per due settimane in attesa della scadenza del prestito dell’Atalanta al termine della stagione che ufficialmente si chiude il 30 giugno – è vice campione del mondo. E’ il titolo che porta a casa l’Italia al termine del Mondiale Under 20 che si è chiuso la notte scorsa in Argentina.

 

Gli azzurrini hanno perso la finale contro l’Uruguay che ha conquistato il titolo vincendo 1-0 grazie a un gol nel finale, al termine di una gara combattuta in cui però l’Italia non ha brillato come nelle tappe che l’hanno meritatamente portata a giocarsi il titolo.

 

Ha vinto l’Uruguay, ma ha vinto anche l’Italia. Hanno vinto tutti i ragazzi scesi in campo, pardon nel campo di patate dove la Fifa del presidente Infantino (presente) ha deciso di far giocare una finalissima mondiale che meritava un terreno di gioco migliore e non quel rettangolo verde identico a un campetto (tenuto male) di periferia quando ancora non esisteva il sintetico. Lo stadio di La Plata è intitolato a Diego Armando Maradona, ma quel terreno di gioco non nerita di portare il suo nome.

 

Giovane dell’Italia è stato il capitano. La sua (brillante) carriera continuerà con le maglie dell’Atalanta dove dovrebbe far parte della rosa di prima squadra nerazzurra, pur essendo italiano con un cognome italiano, nel prossimo campionato di A. Ma troverà senza dubbio lo spazio che merita nell’Under 21 e, chissà, anche nella Nazionale maggiore.

 

Il CT Mancini sa bene che si tratta di un ragazzo, come ha dimostrato quest’anno nell’Ascoli di Bucchi prima e di Breda poi, che gioca con la sicurezza del veterano e, soprattutto, è in grado di ricoprire diversi ruoli: esterno basso sinistro, interno di centrocampo, play davanti alla difesa.

 

Comunque vada Giovane deve molto all’Ascoli che gli ha dato la possibilità di disputare il suo primo campionato “prof”. In questo senso Ascoli è un bel trampolino di lancio. Basta fare l’esempio di Frattesi ora conteso da tutte le big e destinato diventare perno della Nazionale di Mancini. Già lui, il CT marchigiano e testimonial della sua regione, che continua a convocare giocatori bolliti o che non conoscono la lingua italiana. E che continua a ignorare Riccardo Orsolini, talento della cantera del Picchio, al quale – pur non essendo una punta – non sono bastati nemmeno gli undici gol realizzati quest’anno col Bologna per riprendersi la maglia azzurra.

 

Se i numeri e i gol hanno un senso, lui ne ha segnato uno in meno di Immobile e Berardi, terzo italiano nella classifica cannonieri sempre più straniera. Tornerà sui suoi passi Mancini? O per convincerlo servirà una mezza origine argentina o brasiliana del talento di Rotella?


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