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Nuovo ospedale, Anna Casini: «Le risorse regionali sono insufficienti per il piano di fattibilità»

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Mario Neroni, Anna Casini, Francesco Ameli ed Emanuela Marcucci

 

di Giuseppe Di Marco

 

Le risorse stanziate dalla Regione Marche per redigere lo studio di fattibilità relativo al nuovo ospedale di San Benedetto saranno sufficienti? Per il Pd marchigiano i 400.000 euro messi in bilancio non basteranno.

 

I democrat hanno esposto le proprie critiche nella mattinata del 30 giugno in sala consiliare, in presenza della consigliera regionale Anna Casini, il segretario provinciale Francesco Ameli, il coordinatore del gruppo sanità Mario Neroni, la segretaria del Circolo Sanità Manuela Marcucci, i segretari di circolo Elio Costantini e Pier Giorgio GiorgiRoberto Giobbi, l’ex sindaco di Acquaviva Pierpaolo RosettiMaurizio Di Cosmo e l’assessora di Grottammare Alessandra Biocca.

 

«Lo scorso anno – sostiene la consigliera regionale – la Regione ha messo in bilancio 400.000 euro per uno studio di fattibilità tecnico-economica del nuovo ospedale di San Benedetto, per un costo di intervento di 80 milioni, peraltro mai stanziati in bilancio. Nel frattempo è cambiato il Codice dei Contratti Pubblici: lo studio di fattibilità, secondo il nuovo codice, dovrà avere le caratteristiche di un progetto definitivo, quindi dovrà contenere più elaborati e scendere molto di più nel dettaglio. Ciò significa che le risorse messe in bilancio dalla Regione sono diventate nettamente insufficienti anche a causa del tempo sprecato».

 

La novità, riporta Casini, sarebbe stata rivelata dalla stessa Amministrazione regionale, con la nota del 14 giugno in risposta ad un’interrogazione protocollata a inizio maggio dall’ex vicepresidente regionale. In questa, infatti, è stato specificato come Palazzo Raffaello stia reperendo i fondi necessari ad avviare la progettazione di fattibilità date le novità introdotte dal nuovo codice.

 

«In campagna elettorale – continua Casini – la destra dichiarava che avrebbe ottimizzato gli ospedali di Ascoli e San Benedetto e che sarebbero stati entrambi di primo livello. Uno dei primi atti proposti dalla Lega e approvati dalla maggioranza in Consiglio regionale è stato la cancellazione di tutte le delibere della giunta precedente con cui si era avviata la procedura di costruzione del nuovo ospedale di primo livello. Oggi, la realtà purtroppo testimonia la miopia strategica e la mancanza di interventi sia al “Mazzoni” sia al “Madonna del Soccorso”. E poi il sindaco Spazzafumo approva in assoluta solitudine un accordo per la realizzazione dell’ospedale, senza averne la competenza».

 

«Il nostro territorio – aggiunge Ameli – ha bisogno che venga convocata la conferenza dei sindaci del Piceno: sono tre anni che questi non riescono a parlare fra loro di sanità. Con gli annunci della campagna elettorale non si risolve nessun problema».

 

Fra l’altro, due giorni fa sono stati approvati i progetti relativi alla casa e all’ospedale di comunità previsti a San Benedetto. A concentrarsi sulla medicina territoriale è stato Mario Neroni: «Questa deve essere potenziata – ha detto il democrat – perché le attuali strutture di questo tipo, in Riviera, sono prossime al collasso.  E se continuiamo così il Piceno si ritroverà una medicina territoriale molto frammentata: non decollerà per mancanza di personale e gli ospedali si faranno una guerra fratricida, inutile, sulla pelle dei cittadini. Il futuro ospedale, voglio ricordarlo, funzionerà solo se i cittadini non vi ricorreranno in maniera impropria».

 

Amara la conclusione di Marcucci: «Purtroppo manca una programmazione della sanità del Piceno. Non ci sono nuove risorse per il reperimento dei nuovi dipendenti. E se questi non bastano si dovranno accorpare i reparti. E mi sembra che già si parli di “razionalizzazione” dei servizi».


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