Mensa scolastica, il sit in di sindacati e lavoratori contro l’esternalizzazione: «Il servizio resti pubblico»

SAN BENEDETTO - Le sigle sindacali lamentano la mancanza di certezze per i 46 lavoratori a tempo determinato, oltre al fatto che il comune, prima di decidere, avrebbe dovuto avviare un confronto con le rappresentanze
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Il picchetto di sindacati e lavoratori contro l’esternalizzazione delle mense scolastiche

 

di Giuseppe Di Marco

 

Prima o poi doveva succedere, e nel pomeriggio del 24 luglio il sit in di lavoratori e sindacati contro l’esternalizzazione delle mense scolastiche è andato in scena. Ad organizzare il blitz in Viale De Gasperi sono stati Cgil FpFilcams Ap: le sigle hanno radunato i precari che ora, con l’outsourcing sperimentale, chiedono certezze in merito al proprio futuro lavorativo.

 

Il tutto è andato in scena attorno alle 17, all’inizio del Consiglio comunale nel cui ordine del giorno è stata inserita la variazione di bilancio necessaria ad avviare la manifestazione d’interesse, rivolta a privati, relativa al servizio di refezione degli asili. A partire dall’anno prossimo, se la sperimentazione avrà avuto successo, le mense verranno esternalizzate anche nelle altre scuole di competenza comunale.

 

«Oggi – ha affermato la segretaria Cgil Fp Viola Rossiil Consiglio si accinge ad approvare una prima esternalizzazione parziale del personale che lavora nelle mense scolastiche e quindi abbiamo organizzato, con i lavoratori coinvolti, un presidio per manifestare il nostro dissenso. Il servizio, ad oggi, è svolto da 10 dipendenti del comune a tempo indeterminato, che quindi immaginiamo verranno ricollocati all’interno dell’Amministrazione e 46 precari, di cui non sappiamo assolutamente quali saranno le sorti future».

 

I sindacati protestano, soprattutto, per l’assenza di confronto con le rappresentanze. «Noi lamentiamo, in primis, la scelta di esternalizzare il servizio – ha proseguito Rossi – perché siamo profondamente convinti che il servizio pubblico essenziale debba essere fruito, anche per un discorso di qualità, dall’amministrazione pubblica, e contestualmente siamo molto preoccupati perché non c’è alcun tipo di garanzia per questi 46 precari: non sappiamo se né come verranno riassorbiti. Quest’operazione, fatta in fretta e furia, preannuncia un’esternalizzazione definitiva del servizio per il successivo anno scolastico, al quale noi speriamo di poter arrivare con un confronto che sia veramente proficuo con l’amministrazione, per un tema che non è stato trattato neanche in contrattazione sociale».

 

Dei 46 lavoratori, 20 torneranno prerogativa del centro per l’impiego, mentre gli altri 26 dovrebbero essere smistati in enti terzi. Ma quali siano questi enti, e quando ciò avverrà, ancora non è stato definito. La manovra è stata decisa per via del nuovo tetto di spesa, pari a 500.000 euro, cui il Comune deve sottostare per l’assunzione di dipendenti a tempo determinato.

 

«Speriamo che non sia tardi per riattivare un confronto con il Comune – ha concluso Daniele Lanni, della segreteria confederale Cgil – e che oggi in consiglio si faccia un passo indietro. Le esternalizzazioni non sono una soluzione, e quindi non lo è portare all’esterno un servizio che dovrebbe essere pubblico. Tenere e far funzionare un servizio pubblico è sempre una ricchezza per la città, per chi ci lavora e per chi di quel servizio usufruisce».


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