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Whirlpool, vendite in calo e cassa integrazione: ma non a Comunanza, dove però resta la preoccupazione

IL DATO è emerso nell'incontro a Roma tra l'azienda, in attesa di concludere la vendita del ramo europeo, e i sindacati: «Nessuna garanzia sulla salvaguardia e rilancio dei siti italiani». A sollevare dubbi sul sito piceno, in sede nazionale, è stato Francesco Armandi (Ugl)
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di Maria Nerina Galiè

 

Vendite in calo e cassa integrazione per la Whirlpool, in attesa della vendita del ramo europeo alla Arcelik appena ci sarà il via libera dell’antitrust, ad eccezione dello stabilimento di Comunanza, dove però aleggiano preoccupazioni e dubbi.

 

Se ne è parlato nell’incontro che si è tenuto a Roma, il 25 settembre, tra l’azienda e le organizzazioni sindacali

 

«E’ stato tuttavia un incontro incolore dove non sono emerse novità sostanziali. Molti dubbi sono rimasti irrisolti ed altri sono apparsi all’orizzonte» è il commento di Francesco Armandi, ex Rsu Ugl di Comunanza, di cui ha continuato a seguire le sorti come segretario regionale Metalmeccanici e coordinatore nazionale Whirlpool.

Francesco Armandi dell’Ugl

 

In sede nazionale, Armandi ha puntato i fari proprio su Comunanza, «dove sono mancati investimenti su processo e prodotto – ha detto – e la lavasciuga, “missione principe” del sito  comunanzese, in realtà viene prodotta marginalmente occupando una linea, massimo due, su sei. Infatti, se non si investe su strategie innovative, le vendite sono destinate a scemare.

 

Ma la notizia più preoccupante è la decisione della Whirlpool di chiudere il progetto Wcm (World Class Manufacturing) sul sito di Comunanza, insieme a quello di Siena, metodo che veniva presentato come necessario per il futuro dello stabilimento poiché andava a lavorare sui pilastri fondanti dei processi industriali cioè la produttività, sicurezza, ergonomia e condizioni di lavoro, funzionalità dei macchinari, competitività.

 

Abbiamo chiesto il perché di questa scelta. La risposta non ci è piaciuta: “Abbiamo tralasciato i piccoli siti”. Non ci resta che aspettare il via libera al progetto Arcelik e  incominciare a relazionarsi con i nuovi interlocutori prima possibile»

 

Il quadro della riunione è riportato nel documento unitario di Fim, Fiom, Uilm, Ugl Metalmeccanici che infatti scrivono: «La direzione di Whirlpool conferma una diminuzione delle vendite in linea con l’andamento negativo complessivo del mercato europeo.

 

Tutti gli stabilimenti registrano una contrazione anche rispetto ai volumi del 2019 con l’eccezione di Comunanza. Nonostante il calo di fatturato, il secondo trimestre mostra comunque un miglioramento dell’Ebit. In tutti gli stabilimenti è stato fatto ricorso a cassa integrazione ordinaria, il cui utilizzo purtroppo è previsto anche in futuro con la eccezione positiva al momento di Comunanza. Sta procedendo l’operazione di cessione delle attività europee, nella quale sono coinvolti 4.500 lavoratori. Quanto al Governo italiano, risulta che questo ha notificato a Whirlpool la mancata opposizione alla operazione ma non ci risulta che siano state apposte condizioni di sorta.

 

Restano quindi senza risposta le domande principali che riguardano il futuro dei siti e dei lavoratori italiani. È assolutamente necessario un confronto che coinvolga la nuova proprietà immediatamente dopo la delibera dell’Antitrust e sarebbe auspicabile che finalmente il Governo si decida a convocare un tavolo in sede istituzionale come da noi più volte richiesto. Chiediamo garanzie sulla salvaguardia e rilancio dei siti italiani che nell’incontro non abbiamo avuto».

 

 


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