di Giuseppe Di Marco
Sembrava passata di moda, l’annosa diatriba sulla variante Areamare, ma la discussione andata in scena nella serata del 28 settembre in commissione urbanistica ha dimostrato il contrario: tante le voci contrarie e i dubbi espressi sulla proposta di modifica al piano regolatore, con cui la ditta vorrebbe realizzare 18 edifici residenziali fra palazzine e villette in due terreni di Porto d’Ascoli.
A spiccare, fra gli altri, è stato l’intervento di Giorgio Mancini (Sinistra Italiana), che ha ribadito il parere sfavorevole all’iniziativa, cogliendo l’occasione per bacchettare i rappresentanti istituzionali della città.
«Pensavo – ha detto Mancini in sala consiliare – che l’Amministrazione avrebbe detto di no, e pensavo che maggioranza e minoranza si sarebbero espresse, ma non è andata così. Credo questo: non si può pensare che la nostra vita sia solo legata ai soldi, questo è un criterio da abbandonare». Il riferimento è al contributo straordinario – oltre 4 milioni – che Areamare dovrebbe corrispondere al Comune per realizzare la variante, sempre previa approvazione della giunta.
E proprio la giunta sarà chiamata ad esprimersi sulla proposta: a sancirlo è stato il Consiglio di Stato, che con propria sentenza ha dato tempo fino ai primi di ottobre per prendere una decisione. La sinistra, comunque, non molla l’osso. «L’Ispra, nel suo studio sul consumo di suolo dice che ogni ettaro cementificato costa 100.000 euro l’anno alla collettività – conclude Mancini – Cementificare il territorio oggi significa togliere alla città la possibilità di avere uno strumento che assorbe anidride carbonica e acqua. Una risorsa di cui non possiamo fare a meno».
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