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«Artigianalità ed etica territoriale e di prodotto»: concetti vincenti alla “Quitto Bags”

ASCOLI - L'azienda, guidata da Arianna Trillini e Patrizia Bonfini, ha aperto le porte dello show room alla città, in occasione della presentazione delle nuove creazioni. Le titolari: «Quitto parla di questo territorio con prodotti ricercati, per una moda sostenibile che dura nel tempo»
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Un’azienda tutta ascolana che quest’anno celebra i dieci anni di attività, sempre fedele alle origini ispiratrici che vedono alla base il recupero della tradizione sartoriale e artigianale, valorizzando l’arte del saper fare: è questo lo spirito della Wudawu, guidata da Arianna Trillini (che è anche presidente provinciale Cna) e Patrizia Bonfini, che con il marchio Quitto Bags vogliono far parlare il  territorio piceno.

 

In occasione della presentazione delle nuove creazioni, al tam tam dei social, hanno preferito “socializzare” con città, con un’apposita serata nello show room di Via Mutilati del Lavoro, ad Ascoli.

Tante le persone arrivate per condividere il momento di confronto e aggregazione. Tra loro anche Donatella Ferretti, assessore comunale, ma fuori dal ruolo politico. D’obbligo però strapparle un commento: «La produzione si connota come estremamente creativa e interessante, all’insegna della valorizzazione della manualità, fattore importante in un territorio che soffre dal punto di vista produttivo.
Anima di questa azienda sono le donne, a partire dalle titolari Arianna e Patrizia, che gestiscono il team tutto al femminile, favorendo la conciliazione dei tempi del lavoro, della famiglia e di altri impegni. Qui si fanno prodotti unici e di qualità. Il mio apprezzamento va anche nella capacità di portare avanti un’attività come questa, tra difficoltà notevoli».

 

Prodotti unici, appunto, che seguono le tendenze senza renderle un vincolo. A prevalere sono la creatività, la sartoria ed il buon gusto, affinato col tempo ed il costante confronto con l’implacabile mercato, in un momento di certo non facile.

 

Patrizia Bonfini e Arianna Trillini

«Ritorno a parlare di covid – dice Arianna Trillini – perché nella moda ha segnato una inversione epocale.

I brand del lusso si sono accorti della fragilità della delocalizzazione, della frantumazione delle filiere e della necessità di preservare le conoscenze tecniche.

Questa consapevolezza ha finalmente fatto invertire una inesorabile rotta che avrebbe privato qualsiasi territorio delle sue tradizioni e delle sue aziende tessili.

Molte grandi case di moda stanno, quindi, investendo con quote di minoranza in piccole aziende terziste specializzate, avvalorando una strategia intelligente alla base di una crescita solida e duratura dell’intero settore.

Questa tendenza a preservare le abilità tecniche premia la vision della nostra azienda che fin dalla sua nascita ha basato la produzione sull’arte del saper fare, sul creare prodotti duraturi e ben fatti, puntando sempre all’innovazione ed utilizzando esclusivamente tessuti o filati di recupero.

Non vogliamo diventare grandi – conclude Trillini – ma essere sostenibili, utili, inclusivi, creando opportunità di lavoro, in linea con le esigenze delle famiglie».

 

«Noi cerchiamo la nostra identità – continua Patrizia Bonfini – realizzando prodotti rispondenti alle esigenze della nostra variegata clientela in ogni occasione d’uso, dal tempo libero, allo sport e alla cerimonia. 
I nostri clienti sono uomini e donne affezionati che vedono in Quitto un piccolo brand che parla ascolano».

 

Nello spirito di tramandare le abilità manuali e promuovere tecniche antiche e moderne, alla Quitto Bags si tengono i corsi di “Impara l’arte”, a cura di Erica Panzetta.

I corsi sono aperti a tutte le donne che vogliano imparare, appunto, divertendosi e condividendo  momenti di aggregazione.

 

FOTOGALLERY

 

(spazio pubbliredazionale)


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