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“Giornate Fai d’autunno” con tre aperture straordinarie

AD ASCOLI Palazzo Cataldi (ex Banca d'Italia) e la Casa Madre delle Pie Operaie dell'Immacolata Concezione. A Castel di Lama il giardino di Villa Seghetti Panichi, Sabato 14 e domenica 15 ottobre la dodicesima edizione
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Alessandro Bono (presidente Consiglio comunale) e alcuni rappresentanti del Fai di Ascoli tra cui le vice capo delegazione Vitttoria Minola e Gloria Petrelli, Anna Ortenzi, Loredana Borraccini della Croce Rossa, Gino Petronio e Emidio Bollettini del Gruppo Fai Giovani

 

di Elena Minucci

 

Dopo il grande successo riscosso durante le aperture primaverili, torna l’appuntamento con le Giornate Fai d’Autunno in programma sabato 14 e domenica 15 ottobre. Per l’occasione, la due giorni che il Fai dedica al patrimonio artistico, culturale e paesaggistico, sono previste tre aperture, due ad Ascoli e una a Castel di Lama, a cura della Delegazione Fai Ascoli e del suo Gruppo Giovani.

 

Si tratta della Casa Madre delle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione (Via San Giacomo) e di Palazzo Cataldi, l’ex sede della d’Italia (Corso Mazzini), entrambe nel centro storico di Ascoli. Poi il giardino storico di Villa Seghetti Panichi a Castel di Lama. Saranno visitabili sia sabato che domenica dalle ore 10 alle 12,30 e dalle 15 alle 17,30.

 

 «Tornano le Giornate Fai d’Autunno: mesi di lavoro intenso da parte di cittadini appassionati che lavorano con entusiasmo e preparazione per cercare, organizzare ed offrire visite particolari a cittadini altrettanto appassionati – dice Alessandra Stipa, presidente Fai Marche e  capo delegazione di Ascoli – un esempio di coesione sociale da non sottovalutare all’insegna della bellezza e della storia. Grazie a tutti i partner istituzionali e privati. Grazie ai proprietari dei beni: Giulia e Stefania Pignatelli, la famiglia Faraotti e le suore Pie Operaie Concezioniste. Ringraziamo il Consiglio regionale per aver sostenuto queste giornate».

 

Gli fa eco Gino Petronio, capogruppo Fai Giovani: «Saremo presenti e vi aspettiamo per quella che sarà l’ultima apertura della mia gestione. Per questo ho voluto essere affiancato da coloro che prenderanno il mio posto e sono molto felice del lavoro svolto. Riusciremo a farvi vivere bei momenti in quello che è stato un luogo simbolo del potere locale come la sede della Banca d’Italia. Ringrazio la presidente regionale e capo delegazione Alessandra Stipa per avermi dato questa opportunità e il mio Gruppo meraviglioso».

 

La Biblioteca della Casa Madre delle Pie Operaie dell’ Immacolata Concezione

 

CASA MADRE DELLE SUORE PIE OPERAIE DELL’ IMMACOLATA CONCEZIONE

 

Il convento delle Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione si colloca nel cuore più antico del Centro Storico di Ascoli Piceno, tra Via San Giacomo e Via dei Soderini dove sorgevano numerosi fabbricati già in epoca medievale accorpati con i loro orti e giardini in un’unica struttura a metà del XVIII secolo dal Venerabile Vescovo Ascolano Mons. Francesco Antonio Marcucci, fondatore di questo Ordine religioso di cui il convento rappresenta la Casa Madre. La congregazione delle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione fu fondato dal Mons. Francesco Antonio Marcucci l’8 Dicembre 1744. L’attività di questo personaggio fu instancabile ed animata dal desiderio di realizzare una scuola che potesse conferire alle giovani donne non abbienti, all’epoca escluse dalla possibilità di emancipazione sociale, una solida istruzione. Il valore storico di questa struttura è pertanto inscindibile dal valore culturale e sociale della personalità del fondatore di cui restano profonde testimonianze soprattutto nella ricchissima biblioteca oltre che nelle stanze in cui visse gli ultimi anni ricche di preziosi arredi, oggetti sacri, reliquie, statuette devozionali. Il convento, ultimato nel 1793 su progetto dell’architetto Pietro Maggi secondo le indicazioni di Mons. Marcucci, si presenta come un edificio “in forma di palazzo”, con due portali che recano le figure della Vergine Immacolata e del nome di Maria.

Il restauro degli anni ’60 del secolo XX ha eliminato l’intonaco che nel progetto originario rivestiva le pareti Nord e Ovest rendendo visibili in parte le tracce dei vari corpi di fabbrica inglobati nella costruzione. All’interno, ma con accesso anche da Via dei Soderini, è la Chiesa dell’Immacolata a pianta ottagonale con tre altari con pale settecentesche. Collegata ad esso una sala con coro ligneo ed altare. Il monastero, con la scuola tutt’ora in attività secondo i principi del fondatore, si articola in spazi privati o visitabili come il chiostro e la sala di ricevimento affrescata, in luogo della prima, piccola, chiesa del convento.

 

Palazzo Cataldi (ex sede della Banca d’Italia)

 

PALAZZO CATALDI

 

Situato nel pieno centro storico di Ascoli Piceno, in Corso Mazzini, tra le due piazze principali della città, Piazza del Popolo e Piazza Arringo, che hanno rappresentato da sempre il centro politico e religioso della città. Volendo la Banca Nazionale costruire una filiale nella città ascolana, nel 1869, acquistò una prima fabbrica sul corso principale, insediandovi i suoi uffici. Si trattava del palazzo della prima metà del XVII secolo costruito per la famiglia patrizia Cataldi, da cui, tuttora, prende il nome non solo l’edificio, ma anche il largo antistante la facciata principale, ortogonale al corso. Opera dell’architetto svizzero Gaetano Maggi rappresenta un mirabile esempio di “barocco fiorito”. La sua facciata viene completata nel 1929 da uno dei più illustri progettisti italiani dell’epoca, Cesare Bazzani che realizzò ben quattro diverse ipotesi per il portale d’ingresso, prima di scegliere la proposta più in armonia con lo stile barocco del Monumento. Nella struttura esterna possiede una torre medievale con piccolo portalino rettangolare con architrave sormontata da un arco falcato a lunetta forata. Risale ai secoli XIII e XIV.  Nel salone al primo piano si trova un bellissimo affresco a soffitto realizzato dal pittore ascolano Biagio Miniera (1697-1755).

Sarà l’occasione per entrare nuovamente a Palazzo Cataldi e riscoprire un luogo simbolo della città ormai chiuso da tempo al pubblico perchè in corso di restauro. Il palazzo in passato è stato sede storica della Banca d’Italia e frequentato da diverse generazioni di cittadini.

 

Il parco storico di Villa Seghetti Panichi a Castel di Lama

 

GIARDINO STORICO DI VILLA SEGHETTI PANICHI DI CASTEL DI LAMA

 

La villa con il suo prestigioso giardino, l’oratorio seicentesco di S. Pancrazio e le case coloniche che completano il Borgo, sorge a Castel Di Lama, a pochi chilometri da Ascoli Piceno, nella vallata del Tronto. La posizione in cui il Borgo è situato è elevata rispetto alla Strada Salaria e consente di spingere lo sguardo sia verso i monti che verso il mare. La collocazione geografica, storicamente al confine tra Stato Pontificio e Regno delle due Sicilie ne conferma  la funzione di complesso fortificato in epoca medievale. Già dal 1300 si hanno notizie dell’esistenza di questo fortilizio, costituito in origine da diversi piccoli fabbricati riuniti, nel 1500, a formare una costruzione difensiva unitaria, arricchita, nel XVII secolo dall’oratorio di S. Pancrazio. Se nel medioevo la villa aveva la funzione di castello a difesa di una zona di confine, alla fine del 1600 venne trasformata in dimora assumendo l’aspetto attuale con l’aggiunta del corpo di facciata, la modifica della scalinata principale e la creazione della maestosa galleria d’ingresso.

La torretta di avvistamento medievale divenne il campanile dell’oratorio di San Pancrazio (non visitabile oggi perché in restauro). Nel XIX secolo fu aggiunto il casale di campagna (oggi destinato all’ospitalità) e realizzato il grande giardino. Il complesso rappresentato dalla villa e dalle altre costruzioni che compongono il Borgo Seghetti Panichi è circondato da un grande parco di cinque ettari che dal 1876 al 1890 fu sistemato in base al progetto del paesaggista tedesco Ludwig Winter. In posizione centrale fu realizzato un laghetto con un isolotto arricchito dalle statue di Venere e Amore, mentre una zona rocciosa allude alla montagna delle Sibilla con la sua fonte magica.

Numerose essenze vegetali, come le imponenti palme Phoenix e rose di tantissime varietà, arricchiscono questo parco che, essendo stato trattato in tempi recenti secondo criteri di Eco Design, si puo definire il primo Parco Storico Bioenergetico di Europa. L’intero complesso storico, architettonico e paesaggistico, è vincolato dalla Soprintendenza ed è proprietà della Famiglia Seghetti Panichi da molte generazioni. In occasione delle giornate FAI di autunno sarà possibile ai visitatori accedere ed ammirare il parco storico di proprietà privata venendo così a conoscenza delle ricchezze botaniche, ambientali e naturalistiche presenti ed entrando nella poetica di questo giardino ottocentesco. La stagione autunnale, pur se priverà della vista di alcune fioriture, esalterà comunque le caratteristiche romantiche di questo parco di cui si potrà approfondire anche l’aspetto bioenergetico che lo caratterizza tra i parchi storici Italiani.


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