di Walter Luzi
Attenti a quei due. Mauro Carpani & Adriano Fazzini, coppia evergreen ascolana del calcio balilla nazionale, hanno colpito ancora. A Codogno, in Lombardia, dove scoppiò il primo focolaio pandemico italiano, hanno vinto il campionato italiano categoria Veterani. Anche da neo pensionati, entrambi, non mollano. E non smettono di vincere. Dopo aver riportato l’Ascoli dalla serie C allo scudetto in serie A in tre anni, dal 2015 al 2017, rivitalizzando il movimento e facendo… da chioccia a tanti giovani emergenti, hanno dovuto cambiare maglia per tentare di coronare il sogno del poker tricolore. Dopo aver vinto infatti nelle tre serie maggiori nazionali inseguivano negli ultimi anni il titolo nazionale anche nella categoria Veterani. Quella con la concorrenza più numerosa e agguerrita, di over 50 appassionati e ostinati come loro, ma quasi sempre molto più giovani di loro, che di anni ne hanno 65 suonati.
L’unico alloro mancante al loro invidiabile palmares. Con la squadra della loro città per il momento fuori dai giochi, l’opportunità è stata nuovamente offerta loro dal Pescara. Nel 2019, sempre con la maglia degli abruzzesi, come da “stranieri” ingaggiati, erano finiti, ad Anagni, al terzo posto. Stavolta ce l’hanno fatta a salire sul gradino più alto del podio.
E dire che il lungo weekend lombardo non era iniziato proprio benissimo. Dopo la prima giornata di gare al quartiere fieristico di via Medaglie d’oro infatti, erano finiti infatti nel girone dei perdenti fallendo, dopo la sconfitta contro il Taranto, la qualificazione alla fase finale. Tutto da rifare dunque.
Nella seconda giornata la coppia ascolana/pescarese ha tirato fuori gli artigli, affilati in una vita intera passata, tutta fianco a fianco, davanti ad un biliardino, e ribaltato i risultati della giornata inaugurale insieme ai pronostici che la davano già out. Si è guadagnata in rimonta, con una serie di belle vittorie, la finalissima proprio contro lo stesso Taranto, che li aveva battuti alle qualificazioni con tre gol di scarto (31 a 28). Il regolamento prevedeva a quel punto per la finalissima anche un ulteriore handicap, quei tre gol di penalità per Mauro e Adriano. Ovvero, per battere i pugliesi dovevano segnare 34 gol invece di 31. Mission impossible.
Per tutti, ma non per loro. Vittoria clamorosa, sul filo di lana con l’ultimo guizzo vincente che appartiene solo ai campioni. Tecnica, forza, e, soprattutto, cuore. Che le tante primavere non riescono, ancora, a cancellare. Amici per la pelle e il biliardino nel sangue. Fin dai tempi dell’oratorio dei Frati in via 3 Ottobre e del bar Perugia, il ritrovo abituale della omonima via dove sono nati e cresciuti. Lì hanno iniziato le loro prime, interminabili, partite a biliardino, sempre in coppia, quando avevano, si e no, solo una decina d’anni. Di vittoria in vittoria, “Scrella” come tutti chiamano Adriano perché è magrissimo, e Mauro, si fanno presto la fama di imbattibili.
Divertendosi loro, sempre, anche quando qualche partita capita di perderla, e divertendo anche chi li sta a guardare. Perchè il calcio balilla lo amano dal profondo, e lo dimostrano, dando sempre spettacolo non solo con le loro insuperabili giocate. Che hanno nomi bizzarri, la Napoletana, la Spizzica, la Cinese, la Tavoletta, il Cavalluccio, la Mattonella, la Caruso, la Frusta, ma si esaltano con il loro immenso talento in tutte le discipline, Tradizionale, Volo, Speedball, e Tre Tocchi. Presto non trovano più avversari in città disposti a sfidarli. A prescindere dalla posta in palio, chi li affronta sa, in partenza, di avere poche speranze di riuscire a tener loro testa.
Non sono neppure maggiorenni quando sono cominciano a spostarsi in altre regioni dove si disputano i grandi tornei di calcio balilla, che costituirà una propria federazione solo nel 2002. Le loro mani si fanno i calli sulle manopole di quelle quattro stecche, la loro fama varca presto i confini regionali, e si accresce battendo spesso anche concorrenti provenienti da tutta Italia. Da raccontare le grandi sfide soprattutto contro i napoletani, con i quali spesso i match vanno avanti, viso a viso, anche dopo verdetti e premiazioni delle gare ufficiali. Perchè soprattutto le grandi rivalità, a biliardino, durano per sempre, e le rivincite non si rifiutano mai. Neppure dopo l’ennesimo alloro nazionale di Codogno. Trecento concorrenti provenienti da quattordici regioni.
I due pensionati ascolani (Mauro ex dipendente della Barilla, Adriano della Start) non si fermano qui. Statene certi. I due vecchietti terribili, che nel biliardino hanno trovato l’elisir dell’eterna giovinezza, colpiranno ancora.
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