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Quote rosa di giunta, il centrodestra segnala in Regione lo squilibrio di genere

SAN BENEDETTO - Per la consigliera Emanuela Carboni, il sindaco dovrebbe restituire alla città un'assessora in tempi brevissimi: «Porrò la questione all'attenzione della dottoressa Antonietta Lupi, della commissione regionale alle pari opportunità»
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Emanuela Carboni si rivolgerà alla commissione pari opportunità della Regione Marche

 

di Giuseppe Di Marco

 

Manca una quota rosa nella giunta: a segnalarlo è la coalizione di centrodestra, che nota come, dopo le dimissioni di Lina Lazzari, l’esecutivo cittadino abbia subito uno squilibrio nella parità di genere.

 

La questione viene impugnata da Emanuela Carboni: «Il sindaco ha trattenuto a sé le deleghe della Lazzari – dice l’ex assessora al sociale – e quindi ora, in giunta, non è garantito il rispetto delle quote rosa. È un copione che abbiamo già visto per il nucleo di valutazione, e non possiamo tollerarlo. In una pubblica Amministrazione si dovrebbero evitare atteggiamenti maschilisti: occorre riequilibrare l’esecutivo, inserendo una figura femminile. Contatterò la commissione regionale per le pari opportunità, nella persona della dottoressa Antonietta Lupi, già presidente della commissione provinciale. Ad oggi, tra l’altro, pare che le deleghe debbano restare al sindaco fino a fine anno, e mi sembra che questo sia un lasso di tempo piuttosto considerevole».

 

La coalizione di centrodestra, peraltro, ha anche avuto modo di esprimersi nel merito delle dimissioni, considerate l’ennesimo fallimento dell’Amministrazione Spazzafumo:  «Fino a ieri il sindaco deve aver scherzato – scrivono congiuntamente Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e San Benedetto Protagonistadichiarando ai quattro venti che la città si sarebbe svegliata da un torpore che durava da anni. In realtà la fuoriuscita dell’assessore alla cultura dalla sua giunta non è altro che una presa d’atto del fallimento delle politiche culturali portate avanti in quasi un biennio di consiliatura. Perché è noto che la decisione debba essere sostenuta da una motivazione che, ad oggi, appare alquanto lacunosa».

 

Quali sarebbero, allora, i motivi reali? «Dalle dichiarazioni della Lazzari – continuano i consiglieri di minoranza – risulta evidente che la sfiducia di sei consiglieri è soprattutto nei confronti delle scelte del sindaco: la coperta è corta e l’Amministrazione si regge su un numero misero di consensi consiliari. Per governare una città sono necessarie serietà e competenze, invece stiamo assistendo al walzer di incompetenza ed inaffidabilità».


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