di Giuseppe Di Marco
E’ un durissimo attacco, quello messo in atto dal Pd sambenedettese nei confronti della compagine governativa, intervenuta nel pesarese per la firma dell’Accordo di Coesione. Capofila della protesta, per l’ammontare di risorse che in questo modo arriveranno nel Piceno, è Alessandro Marini.
«In occasione – scrive il presidente del circolo nord – della visita lampo della presidente del consiglio Giorgia Meloni qui nelle Marche è stato annunciato, magno cum gaudio, l’arrivo di 532,5 milioni di euro di fondi comunitari, risorse già spettanti di diritto alla nostra regione in gran parte per opere infrastrutturali. Al di là delle dichiarazioni in pompa magna, però, quello che emerge è che come sempre a fare la parte del leone sono gli altri territori, visto che alla nostra Provincia sono stati destinati appena 11 milioni di euro, destinati al quarto stralcio della Mezzina».
Continua Marini: «Consci della figuraccia, poi si è tentato di rimediare, ma la toppa si è rivelata peggio del buco: nei giorni successivi sono stati rilanciati una serie di interventi per il nostro territorio che, però, come sempre non hanno un contestuale impegno di spesa ma vengono solamente promessi rimandandoli alle calende greche. Chissà cosa ne pensa l’allora illustre candidato e oggi senatore che in campagna elettorale prometteva che grazie a lui il Piceno avrebbe finalmente dismesso il ruolo di “Cenerentola delle Marche”, dinanzi a questa ripartizione che vede destinare le briciole alla nostra Provincia».
Impossibile non tornare sulla questione ospedale. «A proposito di risorse promesse e libri dei sogni – continua il dem – non poteva mancare l’intervento del consigliere Assenti, che subito si è sperticato a difendere l’operato regionale nei confronti della nostra rappresentante Anna Casini che, documenti alla mano, ha evidenziato che nemmeno un euro sia stato effettivamente stanziato per il nuovo mezzo ospedale che dovrebbe sorgere a San Benedetto. Affermare che tali risorse siano presenti nel generico fondo sanitario regionale è una aberrazione, visto che tutti sanno (o dovrebbero sapere, a questo punto) che questo fondo è per la gestione dei servizi sanitari, mentre, ex art. 20, le spese di investimento, quali quelle per un nuovo nosocomio, seppur a metà, andrebbero individuate e destinate obbligatoriamente e invece attualmente ammontano a zero euro».
La stoccata finale va all’Amministrazione comunale di San Benedetto, che in tal senso si accontenterebbe dell’annuncio di un ospedale di primo livello “spalmato” su due plessi: «Per il Piceno, ormai, anche essere Cenerentola appare un lusso – conclude Marini – La verità è che, per chi governa la Regione, i cittadini di questo territorio non esistono e il Piceno è una fiaba mai raccontata».
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