di Giuseppe Di Marco
Le delibere di giunta, dopo la fuoriuscita di Lina Lazzari dall’esecutivo, sono a rischio? Per Fratelli d’Italia non c’è dubbio: quanto deciso dagli assessori in questi giorni, vista l’assenza di una quota rosa, rischia di essere invalidato.
In materia, dicono Andrea Traini e Nicolò Bagalini, il Tuel e il Consiglio di Stato non ammetterebbero deroghe. «Dopo la rimozione dell’assessora Lazzari il sindaco continua ad amministrare come se nulla fosse accaduto – dichiarano i consiglieri – La vigente normativa prevede che il sindaco vada computato nella determinazione delle quote di genere per la composizione della giunta e la percentuale di quote rosa è inderogabile».
Continuano i meloniani: «La misura non inferiore al 40% della presenza dei due generi, ad oggi, non risulta rispettata e tale situazione appare anche priva di valida motivazione. Essendo stata precisa volontà del sindaco silurare l’assessora Lazzari è chiaro che lo stesso doveva già prevedere la sua sostituta».
Cosa è stato approvato dalla giunta dalle dimissioni di Lazzari? Una graduazione delle posizioni dirigenziali, alcuni variazioni di bilancio, integrazioni al fabbisogno di personale, il progetto “Sport per Tutti” e soprattutto l’atto d’indirizzo con cui si stabilisce la riqualificazione dell’ex casa parcheggio di Via Saffi per convertirla, successivamente, in centro servizi completo di “stazione di posta” e percorso “Dopo di Noi”.
«Invece – continuano Traini e Bagalini – l’attuale Amministrazione, carica di problemi politici, ha pensato bene di continuare a galleggiare senza troppo curarsi della questione. Far trascorrere del tempo e non motivare adeguatamente il mancato rispetto della rappresentanza di genere evidenzia una profonda difficoltà politica della maggioranza».
Gli atti di giunta, insomma, potrebbero essere impugnati: «Visto che tale situazione appare inaccettabile – concludono i meloniani – anche perché rischia di mettere a repentaglio l’attività amministrativa, si invita il sindaco a provvedere all’immediato ripristino delle quote rosa facendo prevalere il dettato normativo all’opportunità politica».
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