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Samb, questo è il momento della “Pace”

SAN BENEDETTO - Primi in classifica ma con la questione "stadio" che rischia di creare una frattura tra società e Comune. Andiamo a vedere gli interessi di ciascuna delle parti in corso, con la necessità di giungere a un punto di incontro che possa garantire al massimo la città e gli interessati
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Vittorio Massi, Luigi Rapullino, Antonio Spazzafumo

 

di Pier Paolo Flammini

 

Primi in classifica, imbattuti dopo 11 giornate, una differenza reti più che doppia rispetto alla prima inseguitrice (+14 Samb, + 6 il Chieti, distante tre punti e prossimo avversario). Tutti pronti per festeggiare, ma dopo il consueto “Blu è il colore del mare” cantata da curva e calciatori a fine partita, ha tenuto banco lo sfogo del presidente Vittorio Massi nei confronti del vicesindaco Tonino Capriotti, direttamente in Tribuna (clicca qui ).

 

Un Massi che poi è stato bravo a parlare ai microfoni in sala stampa, in modo da stemperare un po’ la situazione: «Tonino è un amico, io parlavo e lui sorrideva. Sullo stadio abbiamo un progetto bellissimo ma se il Comune non è interessato non posso imporlo. Ho dovuto parlare di nuovi soci perché mi continuano a chiamare da tutta Italia chiedendomi della Sambenedettese in vendita, è un mondo strano. Credevo in quello che facevo, non potevo prevedere i 6 mila spettatori e adesso, anche se c’è un calo con l’inverno, so che a primavera, in queste condizioni di classifica, ci saranno 10 mila spettatori. Intanto attendiamo il passaggio in Consiglio Comunale per la concessione trentennale del “Ciarrocchi”, sul quale abbiamo già investito tantissimo e faremo altrettanto».

 

Il tutto condito con detti dialettali («Come diceva mia nonna») e coloriti che hanno il fascino di rompere la cortina del politicamente correttissimo nelle dichiarazioni del calcio e far innamorare ancora di più i tifosi.

 

Il lunedì è il giorno della riflessione, e crediamo che al momento la soluzione migliore tra le parti (Samb e Comune, con la posizione al momento terza del main sponsor, Rapullino della Sideralba, proprietario dell’Area Brancadoro) non sia assolutamente quella di farsi la “Guerra”. Non che questo possa influenzare la serenità degli uomini di Lauro. Sono due campi distinti. Ma val bene che tutte le parti comprendano difficoltà o ambizioni delle altre, e arrivino a una soluzione, e usiamo un termine finanziario, win/win: Comune, Sambenedettese Calcio e Sideralba.

 

Ogni altra soluzione rischia di creare squilibrio e mettere in difficoltà una delle parti. Cosa intendiamo? Vediamo di seguito.

 

SAMBENEDETTESE CALCIO

Ha l’interesse a realizzare il progetto, illustrato per ora a mezzo stampa e non nei dettagli: si prevede di abbassare l’anello superiore del “Riviera delle Palme” a livello del manto erboso, e ricavare dallo spazio chiuso sottostante dei locali da utilizzare a livello commerciale e fieristico: «Non ha senso utilizzare questo stadio per due volte al mese», ha detto ieri Massi. E qui sono d’accordo tutti. Gli investimenti necessari troverebbero un finanziamento importante da parte del Credito Sportivo e di Sport&Salute, almeno nelle intenzioni di Massi. Le opere vedrebbero la collaborazione di alcuni degli attuali sponsor della Samb che, chissà, potrebbero anche diventare soci futuri.

 

Attraverso queste opere la Samb chiede un affidamento diretto (a norma di legge, senza passare per un bando), poiché i finanziamenti degli enti pubblici necessitano di un lungo periodo di tempo: almeno quindici anni, ma Massi chiederà come minimo 20 anni di concessione, sperando di averne 30. Con l’affidamento diretto del “Ciarrocchi” per 30 anni, dedicato al settore giovanile o a gare di richiamo fino alla Serie D, l’accordo per il “Samba Village” di Stella di Monsampolo e infine un eventuale investimento di questa portata sul “Riviera”, è chiaro che i parametri di patrimonializzazione della Samb sarebbero molto alti. Il che significa che il valore del club salirebbe molto e inoltre, se le cose fossero azzeccate, gli impianti garantirebbero una redditività in grado di contribuire in maniera decisa all’auto-finanziamento della società per i tempi a venire.

 

COMUNE 

Dichiarazioni pubbliche ce ne sono state poche, tentiamo quindi di capire quali possano essere le resistenze o i timori di Spazzafumo nel progetto-Massi. Resistenze che possono essere di natura politica, ovvero la consapevolezza che con una maggioranza risicata che si regge per un solo voto, tutti i consiglieri devono essere d’accordo in maniera preventiva: avviare un iter amministrativo-politico e portare l’affidamento diretto in Consiglio Comunale e per poi trovarselo bocciato, significherebbe la fine dell’avventura politica di questa maggioranza.

 

C’è poi il passaggio amministrativo. La formula del bando quinquennale è già stata seguita in passato, quindi si tratta meramente di riproporla magari con qualche piccola aggiunta (ad esempio con clausole del tipo di quelle che hanno escluso la Samb di Renzi per poca trasparenza).

 

L’affidamento diretto, invece, richiede un lavoro nuovo, almeno per il “Riviera”. E in Comune si staranno chiedendo: «E se i lavori eseguiti subissero uno stop e restassero non conclusi? E se una volta conclusi, invece, si scoprirebbe che le attività insediate non abbiano un reddito sufficiente? E a quanto deve ammontare la fidejussione a garanzia di tutto ciò? Tutti i costi di straordinaria amministrazione a quel punto spetterebbero alla Samb? Possiamo accedere alla verifica dei libri contabili, in previsione di eventuali futuri acquirenti che si comportino come avvenuto in passato? In caso di retrocessione la convenzione sarebbe annullabile?»

 

Sono soltanto alcuni esempi, probabilmente scolastici, ma servono per capire le difficoltà che potrebbero esserci tra i funzionari che già in passato, per diverse vicende, hanno visto come attorno alla questione stadio si siano originate anche cause legali.

 

RAPULLINO

Il patron di Sideralba ha acquistato all’asta l’Area Brancadoro, e ha sempre dichiarato di volervi realizzare impiantistica sportiva, come da Piano Regolatore. Non è un mistero che in uno spazio così grande e per garantire una certa redditività sia necessario almeno un ristorante, e forse anche un hotel per ospitare i gruppi che venissero per tornei giovanili, oltre che nel periodo estivo. C’è poi da effettuare tutto il collegamento viario anche con la Statale 16 (e questo vale anche per il “Riviera”).

 

Dunque il Comune sarebbe chiamato a, seppur piccole, ulteriori varianti (e si ripropone il tema della forza politica). Pensare a un’area di 200 mila metri quadrati che dovrebbe richiamare tanti visitatori con appena un piccolo bar di pochi metri quadrati, è davvero difficile da immaginare.

 

Inoltre anche se separato rispetto al “Riviera”, è chiaro che un investimento così importante consta anche di un richiamo da parte della squadra cittadina e di eventi che coinvolgano lo stadio, se non della sua disponibilità nel caso di tornei sportivi da ospitare in una struttura adeguata.

 

E infine, ipotizziamo, il progetto Rapullino con eventuali ristoranti/bar in Area Brancadoro andrebbe a confliggere con quello Massi con eventuali attività di attrazione simili nello stadio?

 

CONCLUSIONE

Il sindaco Spazzafumo era riuscito a tenere vicini Massi e Rapullino nella caldissima estate trascorsa. Adesso Massi è in evidente divergenza di vedute rispetto al Comune. Sta al sindaco, ovviamente, tessere la tela di un riavvicinamento (anche se l’ultimo incontro con la moglie di Massi sullo stadio è avvenuto appena qualche giorno fa). Area Brancadoro, stadio e prima squadra sono legati tra loro e una sinergia perfetta significherebbe una svolta definitiva nella storia del club dopo 30 anni di tribolazioni.

 

Perdere questa occasione e queste volontà e capacità espresse dai due imprenditori sarebbe un errore molto grave.

 

 


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