di Giuseppe Di Marco
Quello sambenedettese sarà un Natale da 247.000 euro: è questa la somma che il Comune ha deciso di stanziare per luminarie ed eventi che avranno luogo durante le festività. Una scelta che viene attaccata dal Pd, che si mostra estremamente critico sull’entità della spesa.
«Il Comune stanzia 247.000 euro per i festeggiamenti natalizi, neanche fossimo Las Vegas – scrive Gilda Bisceglia del Circolo Nord – Già quest’estate i cittadini sono stati storditi da una sbornia di sagre e puzza di fritto, che si è tradotta in una molteplicità di disagi per residenti e turisti, e in mancati guadagni per gli esercenti locali. Come Circolo Nord abbiamo più volte denunciato questo fumo negli occhi oltre il quale c’è il nulla siderale in termini di pianificazione ponderata per lo sviluppo dell’attrattività di una città a vocazione turistica. Intanto, in due anni la commissione turismo si è riunita solo per nominare il presidente e, a febbraio, per questioni legate ai canoni delle aree demaniali».
Continua la dem: «Con il Natale l’amministrazione si gioca un carico pesante, quasi 250mila euro, cui vanno sommate le sponsorizzazioni che l’anno scorso hanno superato i 100mila euro, sperando forse di ricucire anche lo strappo con i commercianti. Peccato che a ben guardare, sulla base del posizionamento delle luminarie stabilito dal comune, proprio molti commercianti del centro cittadino, già penalizzati dal sovraccarico di eventi estivi, resteranno a bocca asciutta pure a Natale, oppure dovranno pagare di tasca propria. Per non parlare di Porto D’Ascoli, sempre figlia di un dio minore. In ogni caso non bastano le luminarie e musica dal vivo per portare i cittadini a rianimare l’economia locale. Non bastano perché le tasche delle famiglie sono vuote. Vale la pena ricordare l’aumento dei costi relativi al trasporto scolastico, l’aggravio per gli abbonamenti dei parcheggi, della Tari, la beffa delle multe per il divieto di sosta collegato al lavaggio notturno delle strade».
Per il Pd, questi soldi avrebbero dovuto avere ben altra destinazione: «A livello etico, prima ancora che amministrativo, non c’è giustificazione – scrive la referente – è una presa in giro oltre che una chiara resa politica. Un’Amministrazione capace e lungimirante avrebbe speso prima e meglio quei soldi, magari a sostegno di politiche sociali più incisive, in modo da lasciare più denaro nelle tasche dei cittadini, le fasce più deboli, o per sviluppare sul serio un’identità turistica più attrattiva e contemporanea del territorio. Siamo indietro di cinquant’anni, o ci svegliamo o questa città finirà nell’oblio».
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