Si è svolta in Vaticano, presso il Pontificio Collegio Teutonico, la conferenza che ha come slogan “Grazie Dottore” per riaffermare l’importanza e il valore dei medici di famiglia. L’iniziativa sostenuta dalla “Pontificia Accademia per la Vita”, è stata promossa dall’associazione no-profit di medici “Somos Community Care” che a New York riunisce più di 2.200 medici.
Oltre all’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della “Pontificia Accademia per la Vita”, hanno partecipato monsignor Renzo Pegoraro (cancelliere della stessa Istituzione vaticana), il dottor Ramón Tallaj (presidente dell’Associazione), il dottor Mario Paredes (amministratore delegato dell’organizzazione), il dottor Filippo Anelli (presidente della Federazione Nazionale dei Medici Italiani) e il medico ascolano dottor Stefano Ojetti, segretario nazionale e presidente provinciale dell’Associazione Medici Cattolici Italiani (Amci).
«Questa dichiarazione – ha spiegato alla presentazione monsignor Vincenzo Paglia – vuole rimettere al centro dell’attenzione dei sistemi sanitari il rapporto medico-paziente e il riconoscimento del lavoro quotidiano di milioni di medici che si impegnano nella cura dei malati. E mi pare saggio che la Dichiarazione arrivi a chiamare i medici “buoni samaritani”. È certo una qualifica che li onora ma soprattutto li responsabilizza nei confronti dell’umanità bisognosa di cura».
«La Sanità ideale e del futuro per il medico di famiglia – ha evidenziato Filippo Anelli – deve essere pubblica, partecipata, adeguatamente finanziata, con un numero congruo di professionisti, organizzata per rispondere efficacemente agli obiettivi di salute dei cittadini e che rispetti le decisioni del paziente. Questo rapporto tra medico di famiglia e paziente è fondato sull’interesse primario della Persona e sul suo bisogno di salute e s’instaura grazie alla libera scelta del medico da parte del cittadino. Un rapporto che rispecchia i principi etici indicati nel “Codice di deontologia medica” rispetta le reciproche autonomie e si fonda sulla comunicazione come tempo di cura».
Fondamentale secondo Ojetti, nel suo intervento “e si prese cura di lui”, è «ristabilire il rapporto medico-paziente che nel corso degli ultimi decenni, è andato via via sempre più deteriorandosi. Si è passati infatti negli anni dalla medicina paternalistica, dove il medico era l’unico a decidere il percorso diagnostico e terapeutico sempre e comunque per il bene e nell’interesse del paziente, all’alleanza terapeutica che coinvolgeva nelle decisioni in egual modo e in clima amicale medico e paziente, fino a giungere ai nostri giorni dove il “consenso informato” ha di fatto eretto una barriera di sfiducia tra le parti aprendo alla medicina difensiva, motivata dalle quotidiane denunce nei confronti dei Sanitari propagandate anche da spot dove studi legali incentivano allo scopo. L’auspicio – la conclusione del dottor Ojetti – è che si torni a quel clima di fiducia tra chi dona e chi riceve salute e che si possa di nuovo sentire: grazie dottore».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati