di Pier Paolo Flammini
È sembrata la partita perfetta per dimenticare la Serie D, almeno per una domenica. Un cocktail micidiale: tifosi che accolgono con i fischi il pullman ospite (niente di più), un allenatore, Lauro, festeggiato dal pubblico di casa per i suoi trascorsi neroverdi poi velenoso per quanto calmo in sala stampa, sei-espulsi-sei!, una partita ripresa e ribaltata, un gol con il braccio al quinto degli 8 minuti di recupero.
E poi un presidente, Massi, che dice quello che dice sull’arbitraggio, vere, presunte o non chiarite aggressioni o comunque “pressioni” fatte nel tunnel degli spogliatoi verso l’arbitro e i calciatori rossoblù, la stretta di mano mancante tra Massi e il presidente neroverde Serra («Io sono una persona seria, vivo qui, respiro l’aria di qui, dare la mano è una cosa importante»), lo sfogo dell’ex Fall, autore del gol con il tocco di braccio («San Benedetto è casa mia»).
Che la partita si sviluppasse per questo viatico forse era annunciato dalla caotica gestione della prevendita: sbloccata solo giovedì, aveva visto i 500 biglietti per i tifosi ospiti finire in 5 minuti, al che da San Benedetto era partito un acquisto rapido di altri tagliandi di tribuna laterale, fino a convincere il Chieti a bloccare del tutto la prevendita on line per evitare seri problemi di gestione. Ma anche l’arrivo a Chieti della carovana di auto di supporters Samb non è stata molto lineare, con una coda lunghissima per compiere 500 metri, assenza di parcheggi e indicazioni, una commistione tra le opposte tifoserie che ci ha ricordato la faragginosa gestione di Vicenza-Samb, nota per quanto avvenne nel dopopartita ai danni di Luca Fanesi. Per fortuna il comportamento dei tifosi di entrambe le parti è stato più che maturo.
La domenica sera può essere il giorno della rabbia ma il lunedì è il momento della riflessione. Da Chieti esce una Samb ancora più forte, questo è il dato, ma ammaccata in vista degli altri due scontri diretti, L’Aquila al “Riviera” e poi Campobasso (virtualmente secondo a 1 punto dai rossoblù) in trasferta.
Il punto di forza sta tutto nella capacità di reagire a un inizio molto difficile, non solo per il gol di Paletta ma per una formazione che non sembrava quella abituale, con tantissimi errori di appoggio. Dopo 20 minuti Lauro ha cambiato l’assetto in campo: dal 4-3-3 al 4-2-3-1, con Alessandro dietro Tomassini e macina-chilometri-Scimia esterno sinistro. Da quel momento la gara è cambiata, e l’ha fatta la Samb.
Nonostante la leggerezza di Barberini, che ha perso palla e poi si è preso il secondo giallo, non ci sono stati momenti di sofferenza. Forse l’unica pecca, dal versante del calcio giocato, sta nel fatto che negli ultimi minuti Arrigoni e compagni si siano abbassati troppo. Vero che il Chieti giocava con due attaccanti centrali e due trequartisti a ridosso, forte dell’uomo in più, e vero che la considerazione a posteriori risulta fin troppo facile, anche perché l’ingresso del terzo difensore centrale, Pezzola, in luogo di un Tomassini stremato (prima Pietropaolo per uno Scimia altrettanto affaticato), sembra sia stato suggerito proprio da Sbardella, per evitare la superiorità numerica neroverde a centro area. Col senno di poi aver consegnato al Chieti la superiorità numerica sia in difesa che a centrocampo potrebbe essere stato un errore, anche se, magari, quel gol arrivava comunque: ma col 4-4-1 si era tenuti i padroni di casa lontano dall’area di rigore, magari servirà in casi simili futuri.
La realtà è che dopo il gol di Paletta la Samb aveva lasciato al Chieti solo due conclusioni dalla distanza di Forgione, una in avvio e una nel secondo tempo. Una organizzazione difensiva perfetta con una gestione del possesso palla sempre propositivo.
Ora occorre trasformare la rabbia in motivazione e non in sterile recriminazione. Lasciar perdere qualsiasi discorso sull’arbitraggio: è tempo ed energia sprecata invano. Sperare che l’arbitro non abbia pesato la mano su Sirri, il capitano, ma anche su Lauro e che il giudice sportivo comprenda lo sfogo del presidente Massi e non agisca, invece, in maniera eccessivamente punitiva. E sperare che Battista, giocatore fondamentale sia che giochi titolare sia che parta dalla panchina, possa recuperare.
Le formazioni che vogliono vincere il campionato si comportano così. Bisogna arrivare a dicembre nel gruppo delle prime, magari prima, e scegliere in maniera opportuna rinforzi e correttivi. C’è Romairone che scalpita perché ha poco spazio, il giovane gambiano Tourè, classe 2005, che potrebbe essere tesserato perché la Samb ha bisogno di under a centrocampo che non siano 2003 (c’è già Coco, e questo penalizza i pari età Pietropaolo ed Evangelisti), Kerjota di una Vigor Senigallia un po’ rallentata corteggiato da L’Aquila.
Insomma nel campionato non devono esserci distrazioni dall’obiettivo, e questo sembra che la tifoseria rossoblù lo abbia capito: ennesimo “sold out” all’avvio della prevendita questa mattina, alle ore 10, per il settore della Curva, con 570 biglietti polverizzati in pochi minuti.
Data l’importanza della partita, il primo vero scontro diretto da inizio campionato, e condizioni meteo che si annunciano buone, oltre a un discreto numero di supporters che arriveranno da L’Aquila (attardata di 5 punti), stavolta al “Riviera delle Palme” il muro delle 6 mila presenze effettive potrebbe essere di gran lunga superato (anche se, va detto, i dati ufficiali fin qui diffusi riguardano soltanto il numero effettivo dei presenti, non calcolato invece come di solito sommando i paganti al numero di abbonati).
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati