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Reparto provvisorio di medicina ad Amandola, tuona l’opposizione: «Il Comune ha perso la causa, noi l’avevamo detto»

SIBILLINI - Il gruppo di minoranza "Amandola è dei cittadini: «Nel corso degli ultimi 2 anni siamo sempre stati accusati di essere contrari all’apertura della struttura per ospitare il reparto di medicina, ora ubicato a Fermo. In realtà, e lo si può facilmente riscontrare negli atti consiliari presentati e nei verbali delle sedute del Consiglio Comunale, quello che contestavamo erano delle presunte irregolarità tecniche, le quali non avrebbero consentito una rapida e felice conclusione della vicenda. Ebbene, ora lo possiamo dire carte alla mano: avevamo ragione»
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Raffaele Vittori

«È notizia degli ultimi giorni quella che vede il comune di Amandola soccombente nella controversia legale, inerente il reparto di medicina provvisoria, con la ditta appaltatrice».

 

A commentare la notizia oggi è il gruppo di opposizione consiliare “Amandola è dei cittadini”.

 

«Nel corso degli ultimi 2 anni siamo sempre stati accusati di essere contrari all’apertura della struttura per ospitare il reparto di medicina, ora ubicato a Fermo. In realtà, e lo si può facilmente riscontrare negli atti consiliari presentati e nei verbali delle sedute del Consiglio Comunale, quello che contestavamo erano delle presunte irregolarità tecniche, le quali non avrebbero consentito una rapida e felice conclusione della vicenda. Ebbene, ora lo possiamo dire carte alla mano: avevamo ragione».

 

«La sentenza del Tribunale di Ascoli, è bene precisarlo – si legge nella nota dell’opposizione – condanna il Comune a spese legali per circa 15.000 euro, che si sommano a quelle già perse per omissione di atti d’ufficio, ritenendo, con motivazioni dettagliatissime, illegittima la revoca del contratto di appalto.

 

Cosa questa già denunciata da noi a più riprese. Come si può revocare un appalto 6 mesi dopo la conclusione dei lavori certificata dall’ufficio tecnico comunale? Oltretutto si evince che non sono mai state approvate le varianti di progetto che, invece, ci sono state. Come mai? Sarebbe stato semplice e rapido. Si sarebbe evitato il contenzioso e, forse, oggi avremmo la struttura funzionante ed aperta. Invece non basta smontare la gru affinché i lavori pubblici siano ultimati».

 

«Ora la ditta appaltatrice, oltre alle spese legali – continuano dal gruppo “Amandola è dei cittadini” – avrà diritto all’ultima tranche dei lavori per circa 300.000 euro, oltre a quanto scaturente dalle varianti che si andranno ad approvare, 2 anni dopo il termine dei lavori.

Senza contare il fatto che questi soldi, in parte, sono andati ad altra ditta per effettuare delle certificazioni sull’immobile che presumibilmente non potevano essere effettuate. Quindi occorrerà che la stessa ditta vincitrice della causa svolga lavori supplementari per certificare quegli stessi impianti. Altri soldi sprecati, quindi. Soldi di tutti i cittadini, non solo amandolesi visto che il finanziamento è della Protezione civile regionale, e disservizi che scaturiscono da evidenti problemi tecnici causati dalla gestione discutibile di questa amministrazione comunale».


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