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Prorogato il fondo al contrasto alla deindustrializzazione di 22 milioni di euro, la parole di Castelli

IL COMMISSARIO alla Ricostruzione dopo la proroga di un anno a favore delle imprese di Marche e Lazio: «Ringrazio chi, su mia sollecitazione e lavorando senza sosta insieme, ha compreso e accolto le richieste provenienti dai territori»
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Guido Castelli

 

«Aiutare le imprese vuol dire aiutare le comunità locali, assicurando occupazione e retribuzione: questo è possibile attraverso un costante lavoro di squadra. È per questo che tengo a ringraziare chi, su mia sollecitazione e lavorando senza sosta insieme, ha compreso e accolto le richieste provenienti dai territori».

 

Lo afferma in una nota il commissario alla Ricostruzione sisma Guido Castelli, che aggiunge: «Difatti, grazie alla proficua sinergia con Invitalia e l’Agenzia per la Coesione Territoriale, il decreto che è stato firmato oggi ha posticipato di un anno il termine temporale entro cui sostenere le spese rimborsate dal Fondo di contrasto alla deindustrializzazione, destinato ai consorzi industriali localizzati tra Lazio e Marche.

 

La misura – aggiunge Castelli – finalizzata a contrastare i diffusi fenomeni di deindustrializzazione, attraverso la concessione di incentivi economici in favore di imprese manifatturiere che realizzano investimenti volti al potenziamento o riqualificazione di insediamenti produttivi già esistenti e a favore l’insediamento di nuove unità produttive, rappresenta un altro importante passo in avanti per sostenere la strategia di rilancio complessiva del Centro Italia, nello specifico del sistema produttivo, che comprende anche l’area del cratere sismico. Strategia che, sin dall’inizio la struttura commissariale sta portando avanti, in collaborazione con tutte le istituzioni nazionali e locali coinvolte.

 

La ricostruzione – conclude – passa attraverso concreti atti di rigenerazione sociale ed economica: questo intervento mirato alla difesa dei siti produttivi, di cui potranno beneficiare anche le imprese del territorio ferito dal terremoto del 2016, è premessa per opporsi allo spopolamento, offrendo lavoro e futuro a chi resta nel nostro bel territorio del Centro Italia».


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