di Pier Paolo Flammini
Da sinistra, da destra, da sopra e da sotto, dai cattolici agli agnostici, dalle femministe ai disinteressati: un merito, il “calendario sexy” messo in mostra ieri nientepopodimeno che nella sala consiliare del Comune di San Benedetto, ce l’ha. Ha messo tutti d’accordo.
Tanto che si è in attesa, ora, di dichiarazioni da parte di esponenti della maggioranza, rimasti fin qui in tormentato silenzio, e dello stesso sindaco, per chiarire come è stata gestita la vicenda e se appoggia o meno la scelta del consigliere Pasquali. A breve dovrebbero esserci delle novità.
Impossibile dare conto puntualmente della ridda di comunicati, distinzioni, post che le più diverse parti politiche hanno diffuso a seguito della conferenza stampa di ieri, alla presenza del consigliere comunale nonché presidente della Commissione comunale Pari Opportunità (e che pari opportunità, si direbbe) Umberto Pasquali.
Innanzitutto arriva un colpo dalla Commissione Pari Opportunità della Provincia di Ascoli Piceno, la quale «vuole manifestare il proprio sconcerto alla visione delle immagini scelte dall’Amministrazione comunale di San Benedetto del Tronto per pubblicizzare in un calendario i luoghi rappresentativi della città. Appare obsoleta, oltre che inutile ed anche inopportuna, l’associazione “donna in costume succinto” con il monumento o il luogo cui si vuol dare risalto».
E UNO
Mariadele Girolami, ex consigliera comunale a San Benedetto e coordinatrice comunale Azzurro Donna Marche scrive di «nessuna cultura di promozione della città ma pura mercificazione del corpo femminile finanziato con i soldi pubblici. Atto gravissimo dell’Amministrazione Spazzafumo irrispettoso del genere femminile, a un giorno dai funerali di Giulia Cecchettin». E chiede le dimissioni del sindaco.
E DUE
Invece Paolo Canducci, consigliere comunale di Europa Verde, evidenzia il dato politico: «Non è solo l’imbarazzante conferenza stampa di presentazione di un Calendario brutto, anacronistico, di cattivo gusto, oggettivamente inutile e costato ben settemila euro di soldi pubblici, e sul quale si sono già pronunciati partiti e consigliere dell’opposizione. Ma a non essere più accettabile è il significato politico di questa iniziativa: per garantirsi il voto di un consigliere il Sindaco Spazzafumo è disposto a tutto, anche a coprire di ridicolo la nostra città travolgendo e trascinando con sé la sua stessa maggioranza». Anche qui, richiesta di dimissioni.
E TRE
Sottile invece la critica di Luigi Cava, coordinatore comunale di Fratelli d’Italia, del quale cogliamo la critica soprattutto a quella parte consistente dei cattolici presenti in maggioranza: «Si presume che il calendario con ragazze con costumi attillatissimi sia stato concordato con l’assessore titolare della delega al Turismo Cinzia Campanelli e con l’assessore con delega al Bilancio Domenico Pellei. Questi due assessori, esponenti di spicco del movimento Fides Vita che proprio in questi giorni, per rispondere alla profonda inquietudine del cuore, propongono il messaggio “Dio si fa presenza di Carne e Sangue”, dovrebbero in modo trasparente rispondere ad una domanda che l’intera cittadinanza si sta ponendo: sono stati coinvolti per l’iniziativa del calendario?»
E QUATTRO
C’è poi il Partito Democratico comunale: «In beffa a tutto ciò che sta succedendo contro le donne, l’Amministrazione comunale, con questa iniziativa, propone il classico stereotipo di genere che consolida la discriminazione, lede la dignità della donna e ne mercifica il corpo. Questa è l’arguta strategia per incrementare il turismo: presentare un modello di marketing pubblicitario che comporta l’esibizione di ragazze con determinate caratteristiche fisiche, in offesa a tutto il genere femminile».
E CINQUE
C’è poi il centrosinistra consiliare (Pd, Articolo Uno, Nos): «Chiediamo le dimissioni del consigliere Pasquali in qualità di presidente della commissione Sanità, welfare, servizi alla persona, pari opportunità e politiche giovanili, chiediamo che l’equivalente somma di settemila euro sia stanziata a favore di enti che nel territorio lavorano ed ogni giorno al cambiamento culturale della cultura patriarcale e sessista e a fianco delle donne vittime di qualsiasi forma di violenza. Chiediamo infine che il calendario vengo ritirato e non distribuito».
E SEI
Last but not least le tre consigliere comunali di minoranza, Aurora Bottiglieri, Luciana Barlocci ed Emanuela Carboni: «Dalle donzelle (parola che fu pronunciata nel primo consiglio comunale dal sindaco Spazzafumo, ndr) al calendario pornografico: mai caduti così in basso. Come è possibile che con i soldi pubblici, quindi nostri, si finanzi un calendario in cui il corpo femminile subisce una tale mercificazione? Come può considerarsi un vanto essere rientrati nei circuiti nazionali grazie a queste immagini, e voler addirittura celebrare l’accesso a circuiti mondiali con un tale biglietto da visita? O forse è questa l’idea che volete dare al mondo di San Benedetto?».
E SETTE
Infine, tramite il Pd Piceno, ben quattro donne si esprimono ulteriormente sulla questione: Marica Cataldi, vicesegretaria Pd Piceno, Claudia Capriotti, responsabile dei circoli, Donatella Cataldi, responsabile della Formazione, Jenny Victoria Lucidi, segretaria dei Giovani Democratici del Piceno: «Speriamo, sinceramente, che la Giunta possa capire l’errore fatto e possa prendere quindi una posizione diversa dal silenzio, che sta facendo più rumore di parole sbagliate. Quella dell’ormai famoso “calendario” è una scelta anacronistica e fortemente inopportuna rispetto al percorso che con difficoltà la società sta cercando di portare avanti (e con l’aiuto di tante istituzioni) che va proprio nella direzione opposta alla “mercificazione” e “oggettificazione” della figura femminile. Le piazze di queste settimane ci hanno raccontato con chiarezza dell’impegno quotidiano necessario per far sì che il racconto della società della donna deve essere necessariamente diverso».
E OTTO
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