di Andrea Ferretti
Il 21 novembre in Italia si festeggia la “Giornata Nazionale degli Alberi”. Un’occasione per ricordarci della loro straordinaria importanza per la vita dell’uomo e per la qualità dell’ambiente. E’ stata istituita come ricorrenza nazionale con l’articolo 1 della legge del 14 gennaio 2013, proprio con l’intento di dedicare tempo e attenzione alla conoscenza di questi delicati e forti esseri viventi. Legambiente, associazioni ambientaliste e numerose Amministrazioni comunali di città e piccoli paesi, compresi quelli della provincia di Ascoli, meno di un mese fa l’hanno celebrata piantumando alberi e coinvolgendo intere scolaresche.
Ieri, 13 dicembre, era invece la festa di Santa Lucia, la protettrice degli occhi, ma anche il giorno (inteso come luce solare) più corto dell’anno. Ebbene, proprio a proposito di occhi, non è certo passata inosservato a Porta Romana, in Piazza Cecco d’Ascoli, nel cuore del quartiere, il taglio di due dei tre alberi che da circa un secolo si trovavano nel piccolo giardino attiguo alla casa parrocchiale del Santissimo Crocifisso dell’Icona, proprio a ridosso di San Leonardo, prima chiesa, poi auditorium e infine inagibile.
Lì sono in corso lavori di ristrutturazione, e quello è il giardino dove sono cresciute generazioni di bambini e ragazzi del quartiere. Limitandoci all’ultimo mezzo secolo, ricordiamo Don Antonio Rodilossi, Don Piero Coccia, Don Beniamino Ricciotti come i parroci più longevi che hanno retto le sorti di una delle parrocchie più importanti e popolose della città.
In tre settimane si è dunque passati dalla “Festa degli alberi” alla “festa” fatta agli alberi. Una ditta specializzata ha provveduto al taglio di due pini e alla potatura del terzo albero, quello più distante dall’edificio, un tiglio. Il pino non è una specie protetta secondo la vigente legge regionale. Sulla potatura del tiglio, invece, gli esperti ritengono che sarebbe stato meglio procedere nel periodo febbraio-marzo.
Rispetto a quanto accaduto tempo fa in Via Piave, a Campo Parignano, il taglio stavolta non è avvenuto di notte, ma in pieno giorno. Va da sé che c’è un’autorizzazione che ha dato il via libera a seghe e motoseghe. Quelli di Porta Romana erano alberi malati da abbattere? Dopo il taglio è impossibile stabilirlo, ma se è stato accertato prima, bene. Sicuramente c’è stato il parere di un esperto, poi il Comune ha dato il via libera.
Un albero può essere abbattuto anche nel caso rappresenti un pericolo per l’incolumità delle persone. Certo è che quei due grossi alberi si trovano molto vicini all’edificio dove nei prossimi giorni dovrebbe espandersi il cantiere che sta procedendo con i lavori di ristrutturazione. Molti ex bambini e ragazzi che sono cresciuti in quei pochi metri, ma anche diversi residenti, non ci sono rimasti bene e qualche dubbio se lo sono legittimamente posto.
Un mese fa, il 16 novembre, quasi in coincidenza con la “Giornata nazionale degli Alberi”, il Comune di Ascoli ha presentato il “Piano del Verde” che oggi fa chic definire “Piano Green”. Si divide in varie fasi e la prima riguarda “l’analisi del verde urbano e delle funzioni da esso svolte”. Una prima fase che è stata però preceduta da questo taglio a sorpresa.
Quello che suona strano è che la “sentinella” Legambiente e altre associazioni ambientaliste del territorio non abbiamo battuto ciglio né prima, né durante, né dopo questo doppio taglio.
Rimandiamo allora il loro intervento a quando qualcuno deciderà di tagliare i due cipressi in mezzo ai quali c’è la scalinata della chiesa del Santissimo Crocifisso dell’Icona. Non è una boutade, perchè in passato c’è chi ci ha provato, ovviamente senza riuscirci. Si tratta di due esemplari di “cupressus sempervirens”, alberi protetti (legge regionale di tre lustri fa) che possono incredibilmente vivere anche fino a duemila anni.
Siccome aggirare le leggi regionali e dello Stato in Italia è uno sport molto diffuso, in questo caso le associazioni ambientaliste possono dormire sonni tranquilli e concentrarsi sul “plastic free” e altre iniziative. Le sentinelle di quei due cipressi sono, e saranno sempre, gli abitanti del quartiere.
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