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Confindustria fa il punto sul futuro del Piceno: «1000 posti di lavoro nel 2024 e oltre 500 milioni di investimenti nel biennio» (Video e foto)

ASCOLI - In vista del nuovo anno, che segnerà l’ottantesimo anniversario della nascita dell’associazione territoriale, il presidente Ferraioli e i componenti del Consiglio di presidenza hanno presentato i dati relativi all’analisi condotta tra le 285 imprese associate. Occupazione in netta crescita nella provincia, con 17.000 occupati in quota Confindustria sugli 86.300 impiegati di tutta la provincia e su una forza lavoro complessiva di 92.500 unità. Le medie e grandi imprese alla ricerca di personale, l’impegno nel campo della formazione e dell’alta velocità
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di Federico Ameli

 

«Vogliamo dare delle buone notizie riguardanti un territorio e una provincia che, per quanto riscontrato fin qui, spesso hanno difficoltà a cogliere una reale percezione delle grandi opportunità che offrono».

Il presidente Ferraioli e il Consiglio di presidenza di Confindustria Ascoli

 

Esordisce così il presidente Simone Ferraioli nel presentare il bilancio delle attività svolte da Confindustria Ascoli Piceno e l’andamento economico della nostra provincia nel 2023 nell’ambito della consueta conferenza stampa di fine anno, in vista di un 2024 nel quale Confindustria Ascoli festeggerà i primi 80 anni portando contestualmente avanti i lavori di restauro della sede di Corso Mazzini.

 

Accompagnato dal Consiglio di presidenza al gran completo, composto dai vicepresidenti Roberta Faraotti, Pietro Marini, Giovanni Rossi, Pietro Straccia e Giovanni Tardini, il presidente Ferraioli ha posto l’accento su un tasso di disoccupazione in netto calo emerso dai dati Istat relativi al Piceno, che in base alle rilevazioni effettuate nel 2022 hanno evidenziato l’impiego di 86.300 occupati su una forza lavoro potenziale di 92.500 unità.

 

Sulla scia di questi numeri apparentemente incoraggianti, nelle scorse settimane l’associazione ha condotto un’indagine interna tra le 285 imprese associate per verificare, in maniera puntuale gli indicatori della distribuzione geografica, del fabbisogno occupazionale, del fatturato e delle prospettive di investimento.

Roberta Faraotti e Simone Ferraioli

 

«Ci siamo spesso pianti addosso anche rispetto a situazioni non necessariamente veritiere – commenta Ferraioli – A nome del Consiglio di presidenza, colgo l’occasione per ringraziare gli associati per la fiducia dimostrata, ma soprattutto per la partecipazione e la straordinaria disponibilità che dimostrano in ogni circostanza e che hanno confermato anche in occasione di questa nostra indagine, con ben 270 risposte ottenute su 285 associati».

 

LE PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI – Un campione statistico da non sottovalutare, composto da ben 1838 unità locali suddivise in uffici, filiali, cantieri stabili e ulteriori sedi riconosciute a livello camerale sul territorio italiano, senza conteggiare le sedi e le filiali all’estero. Nel complesso, 502 ricadono nel perimetro di rappresentanza di Confindustria Ascoli, di cui 474 nella provincia di Ascoli e 28 in altre province.

 

Dall’analisi condotta dall’associazione è emerso che, tra gli 86.000 occupati della provincia, quasi 17.000 risultano impiegati nelle imprese associate, che in vista del 2024 hanno espresso – nel 20% dei casi – la necessità di un fabbisogno complessivo di 450 nuovi collaboratori.

Al di là di una prevedibile richiesta da parte delle grandi realtà industriali, come sottolineato da Ferraioli sono in particolare le medie imprese a manifestare il maggior fabbisogno pro capite, con 13,3 nuove unità in media per azienda. Scendendo nel dettaglio, il settore metalmeccanico è quello con un fabbisogno medio maggiore (9,6 unità), seguito dal settore alimentare (5,6 unità) e dal comparto edile (4,3 unità).

 

Risulta in netta crescita il fabbisogno di professionalità tecniche (21%), che supera quello di figure ad elevata specializzazione (9%) e anche di quello esecutivo nel lavoro d’ufficio (11%), mentre è interessante segnalare che solo per il 50% circa del campione il fabbisogno occupazionale è direttamente collegato a nuovi investimenti, il che consente di desumere che per la restante parte il fabbisogno occupazionale risulta svincolato dagli investimenti e può riguardare semplicemente la necessità di nuove professionalità di cui ancora l’azienda non dispone, piuttosto che la sostituzione di professionalità già presenti in organico.

 

GLI INVESTIMENTI – Il dato più interessante riguarda però i nuovi investimenti da realizzare nei prossimi due anni, per un totale di ben oltre 500 milioni di euro di interventi economici previsti, di cui 216 milioni saranno realizzati da 17 delle 285 aziende associate, di medie e grandi dimensioni.

 

Alle imprese, infine, è stato richiesto di fornire il dato di fatturato relativo all’anno 2022 e successivamente di fornire, laddove possibile, una proiezione relativa al 2023. Rispetto all’ultimo esercizio contabile è emerso dunque un ammontare complessivo di poco superiore ai 4,3 miliardi di euro, un dato che resta ad ogni modo prudenziale in quanto sono stati esclusi dal conteggio alcuni grandissimi gruppi – principalmente nel ramo delle utilities quali, ad esempio, la distribuzione e la vendita di energia elettrica e gas – che, pur operando sul territorio, avrebbero rischiato di falsare il risultato dell’indagine, condotta in questo caso su 89 unità.

 

Agli occhi di Confindustria si tratta di un dato sicuramente incoraggiante per l’economia del territorio, che potrà fare da volano per la crescita del territorio tramite lo sviluppo di nuovi stabilimenti, di nuove linee di produzione e di nuovi metodi produttivi, più intelligenti, più sostenibili e in generale più innovativi.

 

«Sono convinto che, se avessimo fornito più tempo alle imprese per rispondere alla nostra indagine, la forbice di investimenti sarebbe stata compresa tra i 500 milioni e il miliardo di euro – afferma il presidente Ferraioli.

 

Lo scorso luglio 2022, all’inizio del nostro mandato, abbiamo portato avanti una riflessione condivisa, avvertendo il bisogno di personale che ad oggi manca.

 

Per questo abbiamo scelto di riservare un ruolo sempre più importante alla formazione, portando avanti un gran lavoro a partire dalle scuole medie, con una grande partecipazione delle imprese associate. Inoltre, stiamo lavorando e puntando molto sull’alta velocità per risolvere i grandi problemi di mobilità e trasporto.

 


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