Sta per volgere al termine un’annata decisamente complessa per il tessuto imprenditoriale del Piceno.
A confermarlo è la CNA di Ascoli Piceno, che come di consueto tracciare un primo bilancio dei 12 mesi di un anno, il 2023, che avrebbe dovuto segnare il tanto atteso rilancio economico e che invece, ancora una volta, ha assistito all’avvento di nuove criticità e al consolidamento di trend decisamente preoccupanti per il futuro dell’imprenditoria locale.
Insieme a Giulio Piergallini (presidente CNA Nautica Ascoli Piceno), Antonio Scipioni (presidente CNA Agroalimentare Ascoli Piceno) e Barbara Tomassini (presidente CNA Artistico e tradizionale Marche), nella mattinata di oggi la presidente Arianna Trillini e il direttore Francesco Balloni hanno incontrato la stampa nella Sala Gialla della sede ascolana della Camera di Commercio delle Marche.
Il quadro complessivo regionale e provinciale non fa che registrare diverse criticità in ottica presente e, soprattutto, futura. Se, da un lato, secondo i dati elaborati dal Centro studi CNA Marche nel terzo trimestre 2023 il numero degli occupati su scala regionale aumenta (20.182 in più rispetto allo stesso trimestre 2022, +3,2%) in misura maggiore rispetto al dato nazionale (+2,1%), dall’altro è nella crescita in questione che si annidano le principali cause di un bilancio che, per il 2023, si preannuncia negativo.
Il numero degli occupati, infatti, aumenta grazie all’ascesa della componente dei lavoratori dipendenti (+6,7%), sufficiente a colmare il netto calo degli indipendenti (-8,2%), 12.428 in meno rispetto al trimestre di un anno fa, numeri che fanno riflettere sul forte e sistematico ridimensionamento del numero di imprese attive che affligge da anni la nostra regione e, almeno quest’anno, anche il Piceno.
Come ormai noto, nei primi nove mesi del 2023 la demografia d’impresa registra nelle Marche, rispetto allo stesso periodo del 2022, una notevole perdita di imprese attive (-4384, pari al -3,1%), in assoluto la più significativa dell’intero Paese (-35.365 imprese: -0,7%). In particolare, nel periodo gennaio-novembre 2023 le aziende attive nella provincia di Ascoli diminuiscono rispetto allo stesso periodo del 2022 di ben 1.448 unità (-7,0%) , dunque ancor più velocemente rispetto a quanto avviene nel resto delle Marche.
Il maggior ritmo di contrazione del tessuto di imprese provinciale riguarda tutti i macrosettori, ma in particolare le attività di costruzione, dove la differenza nella diminuzione percentuale delle imprese tra provincia e regione supera i 5 punti (-9,5% la provincia, -4,1% la regione). Il divario nel ritmo di diminuzione delle imprese risulta rilevante anche nelle attività dell’industria in senso stretto (che comprendono estrazioni, manifatture, energia, acqua fogne e rifiuti), che perdono in provincia il 7,0% delle imprese (-3,8% la regione), e nelle attività di servizio (-5,9% in provincia e -2,9% in regione).
Per quanto riguarda i singoli settori e con riferimento a quelli principali per numerosità di imprese, la provincia registra nei primi 11 mesi dell’anno una decisa perdita di imprese attive nel commercio e riparazione veicoli (-9,8%, quasi il doppio rispetto al -5,5% della regione), nelle manifatture (-7,4% contro -3,8% per la regione), nelle costruzioni (-9,5% contro il -4,1% delle Marche) e nei servizi di alloggio e ristorazione (-6,2% contro il -2,9%).
Di rilievo appare anche la diminuzione di imprese che si registra sia nel settore dei servizi alle imprese denominato noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese dove il calo è del -5,8% a fronte del -1,4% della regione, sia nel settore delle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento dove la provincia registra -4,8% a fronte di un -1,3% della regione.
I GIOVANI E L’IMPRESA – Il quadro demografico d’impresa nel Piceno risulta inevitabilmente condizionato da un ricambio generazionale che fatica a imporsi nei quadri dirigenziali delle piccole e medie imprese del territorio, con saldamente alla guida imprenditori ormai esperti e prossimi alla pensione, ma ancora lontani dal passare la mano alle nuove generazioni.
Oltre un terzo degli imprenditori individuali attivi nel Piceno ha superato i 60 anni di età (34,1%), mentre la fascia 36-60 anni comprende il 57,3% delle imprese individuali della provincia.
E i giovani? Alcuni settori strategici possono contare su una partecipazione imprenditoriale giovanile sopra la media, come l’estetica, i servizi di comunità e la comunicazione, ma non può far riflettere l’esiguo 0,9% riservato ai giovani fino a 25 anni tra le imprese individuali del Piceno. Una percentuale corrispondente a sole 109 aziende, che superano le 1.000 unità andando a comprendere anche la fascia 25-36 (927 unità), senza per questo aggiudicarsi neppure il 10% del mercato (8,6%).
Che i giovani facciano sempre più difficoltà a intraprendere un percorso imprenditoriale è confermato dal numero di iscrizioni annuali, che in provincia calano a un ritmo decisamente elevato (-25,3% tra 2012, quando erano 1.399, e le 1.045 del 2022), sebbene meno intenso delle altre province marchigiane, con una media regionale che si attesta su un preoccupante -31%. Tuttavia, nei primi 11 mesi del 2023 le iscrizioni di nuove imprese nella provincia (-2,7%) sono diminuite, rispetto al 2022, più velocemente rispetto al resto delle Marche.
EXPORT, ASSUNZIONI, PREVISIONI – Nella provincia di Ascoli Piceno l’export manifatturiero diminuisce (-16,5%) in maniera più consistente di quello regionale (-9,6%), ma se si considera il dato al netto dell’export di articoli farmaceutici il calo risulta assai più contenuto (-2,5%). In particolare, a diminuire sono le esportazioni degli articoli farmaceutici chimico-medicinali e botanici (-18,1%) ma anche quello del sistema moda (-1,9%), in controtendenza con la crescita a livello regionale (+8,0%).
Le assunzioni, invece, risultano in calo tendenziale in tutte le province delle Marche con dinamiche assai prossime tra loro: si va dal -5,3% di Fermo al -8,1% di Pesaro e Urbino, mentre nella provincia di Ascoli si registra un -5,9%.
Le opportunità di lavoro in provincia appaiono in leggero calo tendenziale: nel mese di dicembre, secondo il Sistema Excelsior, per le imprese della provincia sono previste 1.100 assunzioni, 20 in meno rispetto allo stesso mese dell’anno prima (-1,9%). Nel trimestre tra dicembre 2023 e febbraio 2024, invece, le assunzioni previste saliranno a 4.040, pur restando al di sotto di 80 unità rispetto allo stesso trimestre del 2023, con un calo pari al -2,0%.
Secondo Excelsior, nel 21% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 79% saranno a termine, concentrandosi per il 69% nel settore dei servizi e per il 75% nelle imprese con meno di 50 dipendenti. Inoltre, per una quota pari al 34% interesseranno giovani con meno di 30 anni, mentre nel 22% dei casi le imprese prevedono di assumere personale immigrato.
I GRANDI TEMI DEL 2024 – In attesa di raccogliere i frutti di un’intensa attività di formazione, la CNA di Ascoli Piceno continua a lavorare per assicurare il dovuto sostegno da parte delle istituzioni a un’imprenditoria locale ormai stremata dalle criticità ormai annose che, in assenza di tempestivi provvedimenti, rischiano di precludere ogni prospettiva futura per alcuni settori chiave dell’economia picena.
È indubbiamente il caso del Superbonus, la cui riduzione del beneficio 70% a partire dall’1 gennaio provocherebbe effetti economici e sociali devastanti, peggiorando ulteriormente un quadro generale già complesso per via dei crediti incagliati. Si tratta di una questione ormai ben nota ai residenti negli 11.489 edifici marchigiani coinvolti, alla fine di ottobre, nei lavori di efficientamento energetico, per un giro di affari da 2,5 miliardi di euro di investimenti complessivi. Se un cantiere su quattro non riuscirà a concludere i lavori entro la scadenza del 31 dicembre, la CNA di Ascoli Piceno ribadisce la necessità di una proroga urgente di almeno tre mesi per i condomini.
Superbonus a parte, una delle principali problematiche che condizionerà inevitabilmente la produttività del Piceno anche nel 2024 è rappresentata dalla carenza di manodopera specializzata.
In particolare, le imprese delle Marche stanno cercando 7.710 lavoratori e prevedono di assumerne 30.890 entro la fine di febbraio 2024, ma in 52 casi su 100 – che salgono a 54 nel Piceno – hanno difficoltà a trovare i profili desiderati.
A peggiorare ulteriormente il quadro generale è stato il recente e vertiginoso aumento dei tassi di interesse disposto dalla Banca centrale europea. Una scelta, quella della Bce, messa fermamente in discussione dalla CNA di Ascoli Piceno, dato che la volontà di insistere nella politica di incremento dei tassi rischia di tagliare definitivamente le gambe alla crescita economica.
In quest’ottica, in piena condivisione con famiglie, imprenditori, fornitori di materie prime e rappresentanti della logistica e della distribuzione, anche nel 2024 la CNA garantirà il proprio impegno per accrescere la competitività ed efficienza delle aziende, garantendo stabilità, possibilità di investimento e ricadute positive sui consumatori.
DA DOVE RIPARTIRE – Per favorire la ripresa dell’imprenditoria locale e traghettarla verso una nuova era in cui artigiani e imprenditori del Piceno, giovanili e consapevoli, possano accogliere le nuove richieste del mercato e dar vita a progetti ad alto tasso innovativo, sarà necessario fornire un sostegno concreto a chi fa impresa.
A questo proposito, la Regione Marche ha annunciato l’istituzione di “Credito Futuro Marche”, il fondo di partecipazione pensato per agevolare l’accesso al credito per esigenze di investimento o di liquidità delle imprese e dei lavoratori autonomi, raccogliendo idealmente l’eredità della legge regionale 13/2020.
Si tratta di una misura che garantirà 20 milioni di euro in liquidità e opportunità di investimento a condizioni agevolate alle piccole realtà imprenditoriali del territorio. Sulla scia delle risorse stanziate nell’ambito del Pnrr, sarà inoltre importante fornire sostegno alle aziende non solo in avvio, ma anche nella delicata fase del consolidamento dell’attività, in modo da scongiurare il rischio di premature chiusure.
La bassa percentuale di disoccupazione riscontrata nella nostra regione, con -11.757 disoccupati (-25,5%) nel terzo trimestre 2023 rispetto al medesimo periodo del 2022 rappresenta senza dubbio una notizia incoraggiante per un territorio che, tuttavia, deve fare i conti con le conseguenze di un progressivo invecchiamento demografico. In questo senso, la speranza di vita degli uomini (81,2 anni) e delle donne (85,4 anni) marchigiane risulta sensibilmente più elevata rispetto alla media nazionale (ferma rispettivamente a 80,6 e 84,8 anni), esprimendo al meglio l’alta qualità della vita di una regione che merita di poter contare su un tessuto imprenditoriale all’altezza.
Per poter raggiungere l’obiettivo, oltre ad aiutare i giovani a individuare la propria strada, sarà importante sfruttare al meglio e concedere un’occasione professionale ai 129.000 immigrati residenti in pianta stabile nelle Marche, che potrebbero rappresentare un valore aggiunto per colmare la carenza di manodopera accusata dalle nostre imprese.
LE PROPOSTE – Sarà necessario, inoltre, che le istituzioni adottino delle soluzioni efficaci per risolvere alla radice alcune problematiche che, in vista del 2024, rischiano di frenare la crescita economica e sociale del territorio. In primo luogo, sarà necessario proseguire il dialogo per l’estensione della Zes anche al Piceno, in modo da non compromettere le potenzialità di investimento del territorio in un confronto oggi iniquo con il vicino Abruzzo. Inoltre, per aiutare concretamente le aree interne e consentire alle comunità locali di competere sul piano imprenditoriali, le istituzioni dovranno concedere una proroga annuale alla sospensione dei mutui delle aziende del cratere sismico e alla Zona Franca Urbana, provvedendo contestualmente alla riapertura della rottamazione quater in area sisma in quanto, causa sospensioni fiscali, i contribuenti non hanno potuto rottamare le cartelle relative agli anni d’imposta 2016, 2017 e 2018 poiché notificate dopo giugno 2022. Infine, resta ancora sullo sfondo l’attuazione dello sgravio Inps e Inail nell’area del cratere, con le aziende che ad oggi, in assenza di istruzioni fornite agli uffici periferici dalle sedi centrali dei due istituti, continuano a pagare regolarmente le rate senza veder riconosciuto il credito loro spettante.
«Reduce da un 2023 all’insegna di serie criticità sul piano dell’accesso al credito e del reperimento di personale, nel 2024 il tessuto imprenditoriale del Piceno sarà chiamato a sfruttare al meglio le opportunità messe a disposizione dallo Stato e dagli enti locali per l’avvio e il consolidamento di imprese realmente innovative – commentano Francesco Balloni e Arianna Trillini, rispettivamente direttore e presidente della CNA di Ascoli Piceno – Con il sostegno delle istituzioni e dell’associazione, l’attenzione alla qualità e le potenzialità produttive e culturali che da sempre rappresentano il fiore all’occhiello del nostro territorio dovranno trainare la ripresa dell’economia picena, ad oggi ancora frenata da una serie di annose problematiche da risolvere e archiviare al più presto per dare stabilità alla nostra comunità e avvicinare sempre di più i giovani al mondo dell’artigianato e della piccola e media impresa».
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