di Giuseppe Di Marco
Per realizzare un sottopasso ferroviario al Parco “Ristori” servirebbero fino a 6 milioni di euro. Costi troppo alti per l’Amministrazione comunale, che sarebbe pronta a scartare l’alternativa per puntare tutto sul rifacimento dell’infrastruttura di Via Mare.
Fino a poco tempo fa il vertice di Viale De Gasperi aveva prospettato la possibilità di migliorare la viabilità di Porto d’Ascoli costruendo un bypass ciclopedonale a nord del sottopasso di Via Mare. In questo modo sarebbe stato possibile dare a pedoni e ciclisti un percorso da seguire in alternativa a quello attuale, considerato rischioso da cittadini e turisti. L’altro motivo era il costo: per intervenire su Via Mare, eliminando il setto centrale che divide la carreggiata, sarebbe necessaria una spesa di 10 o 12 milioni.
D’altronde l’apertura di un cantiere al sottopasso esistente comporterebbe un ulteriore problema: l’arrivo di transenne, operai a macchine metterebbe Ferrovie dello Stato nella condizione di dover interdire o limitare fortemente il traffico su rotaia. Un ostacolo, questo, che potrebbe essere aggirato con la previsione di lavori notturni. Ma in quel caso, il costo dell’intervento lieviterebbe ulteriormente.
Ecco perché al Comune era venuto in mente di fare un nuovo sottopasso a pochi passi da Via Mare: questi lavori sarebbero stati meno impattanti e anche molto meno onerosi. Inizialmente, infatti, si pensava che 1 milione di euro sarebbe stato sufficiente a risolvere il nodo viabilità. Stime recenti hanno ribaltato il punto di vista: per fare il sottopasso al Parco “Ristori” servirebbero molti più soldi, troppi per giustificare un intervento tutto sommato palliativo, visto che Via Mare rimarrebbe comunque una strada problematica.
Da un recente incontro con il Gruppo Fs, l’Amministrazione rivierasca ha tratto le sue conclusioni: anche se la strada è tutta in salita, bisogna puntare sul rifacimento del sottopassaggio attuale. Come? Facendo in modo che Fs inserisca l’intervento nella sua programmazione pluriennale, elaborando un progetto da presentare al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. I tempi sono lunghi, ma da qualche parte si deve pur cominciare. Anche perché il quartiere ha dato segni di non poterne più.
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