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La “Street Art” colora Monteprandone: tutti coinvolti per una festa che attraverserà le generazioni

ANTEPRIMA con iscrizioni già sabato 2 marzo, poi arriva il "Monteprandone Urban Social Art" dal 4 al 16 aprile al Parco della Conoscenza, per una "edizione zero" che richiamerà artisti ma anche bambini, ragazzi, adulti e tante associazioni che operano nel sociale
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Street Art a Monteprandone, festival MUSA

 

di Pier Paolo Flammini

 

Arte è Partecipazione. No, non stiamo parafrasando il grande Giorgio Gaber: si tratta invece di un progetto di “Arte Partecipata“, ovvero un progetto artistico partecipativo che unisce l’arte pubblica all’educazione. Si chiama “MUSA – Monteprandone Urban Social Srt” un festival di Street Art che ha l’obiettivo di coinvolgere buona parte della cittadinanza, dai bambini ai ragazzi agli anziani senza dimenticare i cittadini compresi in alcune associazioni sociali.

 

Si inizierà sabato 2 marzo, dalle 10,30 alle 12,30, nella nuova Sala Riunioni in Piazza dell’Unità a Centobuchi, per raccogliere le iscrizioni in vista del vero e proprio festival che si svolgerà dal 4 al 16 aprile al Parco della Conoscenza di Centobuchi, coordinato dal professore e artista Cristian Sonda: al termine del percorso di questa “edizione zero” la città sarà omaggiata da un’opera di street art realizzata su un un muro del parco.

 

Il sindaco di Monteprandone Sergio Loggi esprime la sua soddisfazione: «Abbiamo iniziato a lavorare a questi temi nel 2019, con l’iniziativa Borgo a Colori. Siamo riusciti ad avviare questo festival di arte partecipata grazie alla collaborazione del Centro Airone, la cooperativa sociale Pagefha, il centro diurno La Clessidra, la cooperativa Medihospes e l’Asur Insieme Monteprandone. L’evento dunque avrà valenza sia sociale che artistica».

 

L’assessore alla Cultura Roberta Iozzi sottolinea che «non è un progetto nato per caso. L’aspetto più importante è il coinvolgimento del cittadino nella street art. Abbiamo anche cercato una sfida, chiedendo agli artisti di reinterpretare la figura di San Giacomo, che caratterizza la nostra terra, nei tempi moderni, dunque senza l’iconografia classica ma prestando attenzione ai contenuti per il suo impegno a favore della pace e contro la violenza».

 

«Con questo progetto cerchiamo anche lo scambio intergenerazionale – aggiunge il vicesindaco Daniela Morelli – coinvolgendo i bambini, i ragazzi e arrivando ai nonni, grazie alle varie associazioni e imprese no profit coinvolte. C’è un importante aspetto di inclusione sociale e culturale».

 

Serena Calvaresi è la coordinatrice del Centro Airone, per la cooperativa Pagefha: «Abbiamo raccolto con grande entusiasmo questo progetto di arte partecipata: per noi è una missione, lavorando con l’infanzia, la disabilità e le categorie fragili. La collaborazione fra tutti è importante. Nell’evento ci saranno molti bambini e ragazzi tra i 9 e i 17 anni ma speriamo di allargare ad altri soggetti, in particolare grazie ai nonni dell’Auser che aiuteranno nella realizzazione dell’opera».

 

Serena Calvaresi, coordinatrice del centro Airone per cooperativa Pagefha: abbiamo accolto con grande entusiasmo questo progetto di arte partecipata, per noi è una missione, lavoriamo con l’infanzia, la disabilità, le categorie fragili. La collaborazione è importante. Bambini e ragazzi tra i 9 e i 17 anni ma non escludiamo di allargarla ad altri soggetti, la collaboraizone dei nonni dell’Auser aiuteranno nella realizzazione dell’opera e aiuteranno i bambini.


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