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Nomine Start, la minoranza: «Il Consiglio deve affermare il controllo pubblico della società»

SAN BENEDETTO - Il rinnovo del cda nella società partecipata è stato discusso in assise. Polemiche per l'ampliamento dei componenti, l'assenza di donne e i maggiori costi: «Segnaleremo alla Corte dei Conti»
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Giorgio De Vecchis in Consiglio comunale

 

di Giuseppe Di Marco

 

Il rinnovo del cda alla Start continua a suscitare polemiche. Dopo il commento stizzito di Sergio Loggi, è stata la minoranza a presentare un’interrogazione, discussa ieri in Consiglio. Anzi, due interrogazioni, presentate da Paolo Canducci e da Giorgio De VecchisAnnalisa MarchegianiLuciana Barlocci, con cui si è domandato perché il cda sia stato ampliato da tre a cinque componenti, perché nessuno di loro sia una donna, e se dall’allargamento deriveranno nuovi costi.

 

«L’ampliamento è stato deciso ai sensi dello statuto della Start – ha risposto il sindaco Antonio Spazzafumoed è stata una scelta assunta all’unanimità, visto il rilevante lavoro che attende la società, nonché i numerosi impegni di partecipazione a future gare. Faccio inoltre presente che anche il precedente cda della Start era composto integralmente da figure maschili, e che la normativa sull’equilibrio di genere è applicabile sulle società a controllo pubblico: la Start non rientra in questo novero».

 

Il problema, però, è che la società di trasporto pubblico è detenuta dalla Provincia per il 32,96%, dal Comune di Ascoli per il 32,24%, dal Comune di San Benedetto per il 28,79% e da altri otto enti municipali, per un’ulteriore quota del 6,01%. E l’opposizione non ha mancato di farlo notare al primo cittadino.

 

«E allora chi controlla questa società? – ha replicato Giorgio De Vecchis – Nella Start non ci sono soci privati. Quello che oggi è stato detto è da segnalare alla Corte dei Conti. E ritengo che questa interrogazione debba essere trasformata in mozione, per affermare il controllo pubblico della Start».

 

L’aumento del numero dei componenti, inoltre, implicherà nuovi costi. «Questa mattina ci ha detto che l’ampliamento è previsto dallo statuto – ha detto invece Canducci al sindaco – Non ha il coraggio di dire che questa è una decisione supina ad Ascoli?»


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