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La chiesa di San Michele Arcangelo torna a splendere dopo il restauro

APPIGNANO - Per celebrare al meglio la conclusione dei lavori portati a termine da Turla Costruzioni e dalla Cooperativa Beni Culturali, il teatro comunale ha ospitato una toccante cerimonia di inaugurazione. L’emozione di un’intera comunità che, dopo anni di attesa, può finalmente fare ritorno in uno dei luoghi simbolo del paese
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di Federico Ameli

 

 

Quella di sabato 9 marzo 2024 non è una data come tutte le altre. Almeno per la comunità appignanese, che nel pomeriggio di oggi si è ritrovata nel teatro comunale prima e poi, finalmente, nella chiesa di San Michele Arcangelo, restituita ufficialmente alla cittadinanza al termine di una complessa operazione di restauro.

La folla in attesa della messa a San Michele Arcangelo

 

Dopo la chiusura imposta a partire dal 2009, il finanziamento concesso dalla struttura commissariale ha permesso, lo scorso anno, all’impresa Turla Costruzioni e alla Cooperativa Beni Culturali di mettere in campo un intervento di recupero della chiesa parrocchiale di Appignano, fortemente lesionata dalle scosse sismiche che nel tempo ne avevano compromesso l’agibilità.

 

Dovendo far fronte al peggioramento del quadro fessurativo in seguito al terremoto del 2016, abbinato ai gravi danni subiti dall’abside e alla forte umidità legata alle infiltrazioni d’acqua, nel corso degli ultimi 11 mesi le maestranze coinvolte hanno portato avanti una serie di delicate operazioni di recupero e consolidamento della struttura, restituendo alla cittadinanza una struttura sicura e in grado di rispondere in maniera efficace ad eventuali sollecitazioni di natura sismica.

Il teatro comunale gremito in occasione della cerimonia di inaugurazione del restauro

 

Per celebrare al meglio la conclusione dei lavori, dunque, i cittadini di Appignano si sono dati appuntamento a teatro per prendere parte a una toccante cerimonia di inaugurazione, prima di ammirare con i propri occhi il risultato finale e riappropriarsi, 15 anni dopo, di un autentico punto di riferimento per la collettività, non solo sul piano religioso.

 

«Per noi è un momento eccezionale, emozionante e di grande gioia – afferma il sindaco Sara MoreschiniSiamo felici di tutto ciò che è stato fatto in un autentico luogo del cuore per noi, dove io e tantissimi appignanesi siamo cresciuti, a differenza di tanti giovani che oggi entreranno in chiesa per la prima volta.

L’intervento di Sara Moreschini

 

Il restauro è riuscito a recuperare la lunga e sofferta storia di una chiesa estremamente resiliente, proprio come noi, che nonostante i diversi interventi subiti nel corso dei secoli è riuscita a mantenere intatta la propria anima. Sono certa che anche don Vittorio, l’ultimo parroco di San Michele Arcangelo, oggi sarebbe felice».

 

Di fronte a una sala gremita come da previsioni, la voce viva dei principali protagonisti dell’operazione di restauro ha contribuito a condividere con la cittadinanza il resoconto, ma soprattutto le emozioni e gli aneddoti legati a un complesso intervento di recupero.

 

 

 

Mentre sullo sfondo scorrono le immagini più rappresentative degli ultimi anni vissuti dalla chiesa di San Michele Arcangelo, padre George Joby, il vescovo Gianpiero Palmieri, l’amministratore unico di Turla Costruzioni Srl Danilo Turla, Simona Santarelli di Coo.Be.C., l’ingegner Giuseppe Brandimarti di Spes Italia Engineering, l’ingegner Andrea Crocioni dell’Usr, l’architetto Camilla Tassi della Soprintendenza di Ascoli-Fermo-Macerata hanno colto l’occasione per ripercorrere, ciascuno dal proprio punto di vista, gli ultimi mesi di lavoro.

 

«Si è trattato di un intervento molto impegnativo – conferma Danilo TurlaAbbiamo impiegato le nostre migliori risorse, che ringrazio di cuore per l’impegno profuso. La nostra determinazione si basa sui valori dei nostri uomini, parte integrante di un’azienda che si fonda sui principi e sulla voglia di fare.

L’intervento di Danilo Turla

 

Siamo noi a ringraziare per la preziosa opportunità di offrire il nostro contributo, che da qui ci spingerà ad affrontare situazioni sempre più impegnative.

 

 

È stato davvero un lavoro della comunità: personalmente non ho mai riscontrato così tanta partecipazione collettiva come in questi ultimi 11mesi, in cui tutti i cittadini di Appignano hanno offerto il proprio contributo.

 

Le cose, in ogni ambito, riescono quando c’è sinergia – conclude – Ringrazio in particolar modo mio padre Angelo, che mi ha trasmesso l’amore per questo lavoro, e personalmente mi auguro di poter fare altrettanto con mio figlio».

Danilo Turla, Sara Moreschini e il vescovo Gianpiero Palmieri

 

La rinascita della Chiesa di San Michele Arcangelo rappresenta un segnale di speranza per il futuro, che Turla Costruzioni ha voluto condividere con la comunità condensando la storia e il percorso degli ultimi anni in un volume edito da Carsa Edizioni e donato ai cittadini di Appignano.

 

Presente alla cerimonia, seppur a distanza, anche il commissario alla Ricostruzione Guido Castelli, che in mattinata ha fatto tappa in paese per assistere in prima persona al sopralluogo conclusivo.

 

«Siamo riusciti a restituire alla comunità un autentico tesoro, sia come luogo di culto che come opera d’arte, che consentirà ad Appignano di ospitare sempre più visitatori e curiosi – commenta Castelli – Si tratta di un intervento che si manifesta come riparazione di un bene materiale, ma che al tempo stesso rappresenta uno strumento prezioso per restituire ad Appignano la sua storia e un forte senso di comunità.

Guido Castelli in collegamento

 

Ringrazio Danilo Turla e le maestranze che hanno dimostrato competenza e un amore profondo per questo lavoro, ben rappresentate in un libro molto distante dal mero autocompiacimento imprenditoriale. Tornerò presto ad Appignano: è stato bellissimo ammirare da vicino le opere di Giuseppe Pauri».

 

Il recupero della decorazione curata dal pittore sambenedettese nel primo decennio del ‘900 è stato uno dei cardini di un intervento che, inoltre, ha previsto anche la ricostruzione dei merli del campanile, la realizzazione di un nuovo castello per il sostegno delle campane e il ripristino dell’impianto di illuminazione.

 

«Siamo partiti dal recupero di tutti i frammenti tra le macerie – conferma Simona SantarelliNon ci siamo fatti spaventare e, con pazienza, cura del dettaglio, perizia e materiali idonei abbiamo portato a termine la messa in sicurezza dell’apparato decorativo, prima di procedere alla pulitura e al consolidamento degli intonaci.

 

In questo lavoro spesso si avverte il calore della comunità, ma Appignano ha superato di gran lunga le altre, facendoci davvero sentire parte della collettività».

 

 

«Sono molto orgoglioso del gruppo di lavoro dell’ufficio Ricostruzione della nostra Diocesi – conclude il vescovo Palmieri, che nel suo intervento ha fatto luce sul legame tra Appignano e la figura di San Michele Arcangelo – Attualmente sono 80 le chiese in fase lavorazione sulle 200 della nostra Diocesi che necessitano di un intervento.

Fortunatamente la passione è una caratteristica di molti imprenditori, specie quando si tratta di una chiesa, ed è una cosa molto bella».

 

 

Al termine della cerimonia, dopo ben 15 anni di attesa, l’intera comunità di Appignano ha fatto ritorno nella chiesa del paese, con centinaia di fedeli e residenti in trepidante attesa di mettere piede dove intere generazioni di appignanesi sono nati e hanno visto crescere i propri figli. Saranno loro, un giorno, a rivivere con le rispettive famiglie le emozioni di quel 9 marzo 2024, quando Appignano poté finalmente riabbracciare la chiesa di San Michele Arcangelo.

 


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