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Bolkestein, balneari in piazza: «Pronti a non aprire a giugno se non otterremo risultati» (Video e foto)

SAN BENEDETTO - Nutrita rappresentanza sambenedettese e marchigiana a Roma alla manifestazione contro la Direttiva Europea: chiesto un intervento del Governo, se non arriverà si preannuncia un nuovo tipo di mobilitazione
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Bolkestein, alcuni balneari sambenedettesi

 

Una nutrita rappresentanza di balneari marchigiani e anche sambenedettesi ha risposto all’appello di Fib e Sib e di altre organizzazioni di categoria e hanno manifestato, questa mattina, in Piazza Santi Apostoli a Roma. Una protesta in merito all’applicazione della Direttiva Bolkestein, tutt’ora oggetto di un confronto tra Governo italiano e Commissione Europea in merito alla cosiddetta “mappatura” delle coste: il Governo ha presentato un documento in base al quale le coste assegnate in concessione sono il 33% del totale, e quindi la risorsa non sarebbe scarsa e la Direttiva dunque non applicabile. Valutazione che sembra contestata dal commissario europeo Breton.

 

Migliaia i presenti arrivati da tutta Italia – si stimano 5 mila persone in piazza – e dai presidenti Fib Rustignoli e Sib Capacchione è arrivata anche una proposta: «Siamo pronti a chiudere l’offerta turistica balneare italiana nei primi giorni di giugno nel caso in cui non riceveremo risposte, anche se questo va contro la natura della nostra impresa – hanno detto, anche in merito al tavolo tecnico convocato per mercoledì 10 aprile e definito inutile – Il 2 giugno, Festa della Repubblica, con tutto il rispetto, faremo noi la Festa della Repubblica al Presidente Mattarella, alla Presidente Meloni e a tutto il Parlamento, siamo pronti anche a organizzare la campagna elettorale per le Europee», ha tuonato Capacchione in chiusura, «questa è la nostra ultima manifestazione di piazza, da oggi inizia un nuovo tipo di mobilitazione».

 

«Se fosse solo una iniziativa sporadica non servirebbe a nulla – ha detto Antonio Massi, di San Benedetto – Ma se invece c’è una unione di intenti per sensibilizzare l’opinione pubblica una chiusura di questo genere potrebbe avere senso, ma un conto è parlarne un conto farlo».

 

Domenico Vagnoni e Bernardo

Domenico Vagnoni, storico concessionario, aggiunge: «Sono d’accordo, perché poi si vedrebbero i problemi per l’intera filiera, a partire dai turisti, certo. Se ci fermiamo, inoltre, si blocca tutto l’indotto:  forni, pastifici, fornitori di gelati e di alimentari».

 

 

 

Bolkestein, protesta

«Sono d’accordo e se tutti siamo uniti sarà una bella manifestazione di forza per sensibilizzare le persone su quale è il problema – aggiunge Corrado Capriotti, sempre di San Benedetto – Dobbiamo comunicare che attraverso le aste non solo verremmo sostituiti da proprietari con disponibilità economiche molto più grandi delle nostre, ma anche che l’esborso necessario all’asta si ripercuoterà poi su un aggravio dei prezzi per i clienti, perché quell’investimento per forza di cose sarebbe scaricato sui prezzi. Le persone devono capire cosa succederebbe e una chiusura a giugno, con una comunicazione appropriata, potrebbe aiutarci».

 


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