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Loggi: «Sono un uomo libero, partiti così non servono e a Monteprandone nessuna ripercussione»

MONTEPRANDONE - Il sindaco in carica non ritiene che ci saranno ripercussioni per le elezioni comunali di giugno, anche se il Pd ad Ascoli lo ha di fatto portato alle dimissioni: «Se qualcuno vorrà presentarsi davanti ai cittadini e sfidare la mia lista civica, decideranno i cittadini»
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Sergio Loggi

 

di Pier Paolo Flammini

 

Forse una scena da vecchia politica. La frattura avvenuta in Provincia con le dimissioni del Presidente Sergio Loggi (clicca qui) riaprono ferite antiche, consumate proprio a Palazzo San Filippo già decenni fa. Anche se oggi la Provincia è un ente depotenziato, alla vigilia della tornata amministrativa che nel Piceno vede coinvolto, come Comune principale, proprio Monteprandone (ha superato i 13 mila residenti), Loggi è stato di fatto condotto alle dimissioni per il mancato sostegno della maggioranza al momento dell’approvazione del Bilancio. Voto che viene a mancare dal Partito Democratico, che era stato partner di sostegno fondamentale per l’elezione di Loggi alla presidenza.

 

Un Loggi che oggi non ha più tessere di partito: ex Pd, già nell’Italia Viva di Renzi dopo l’addio del Rottamatore dalla casa madre, Loggi ha dunque una debolezza politica e questo ha portato al commissariamento della Provincia. Ma la concomitanza con la decisione e l’imminenza del voto amministrativo non passa inosservata.

 

«Ripercussioni a Monteprandone per quel che è accaduto? Non credo, poi quel che faranno gli altri non mi compete, io però vado avanti, dobbiamo lavorare nel miglior modo possibile, per il bene del territorio» afferma Loggi.

 

«Le dimissioni sono state una mia scelta perché non ci sono le condizioni politiche per andare avanti, in questi anni ho dato il mio contributo: si tratta di un ente che negli ultimi 10 anni ha avuto un percorso difficile, ho cercato in tutti i modi di dare un supporto, ottenendo importanti finanziamenti per il patrimonio scolastico e i fondi per l’Ancaranese attesi da 10 anni» continua.

 

«Provincia e Comune di Monteprandone rappresentano dinamiche separate, io voglio continuare ad amministrare, abbiamo tanti progetti avviati da concludere. La mia lista, Cittadini in Comune, è nata cinque anni fa e poi se qualcuno vorrà fare una lista ci vedremo l’8 e 9 giugno, decideranno i cittadini» dichiara l’attuale sindaco in merito alla possibilità che il Pd, dopo lo strappo in provincia, decida di rompere anche a livello comunale proponendo una lista autonoma.

 

«Io sono un uomo libero che ama il proprio territorio, non ho più tessere di partito anche se ritengo importante la politica nei partiti, ma nel momento in cui è produttiva: quel che mi è successo non appartiene alla mia cultura» conclude.


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