facebook rss

Prende una multa da 29 euro, diffama la vigilessa e ora dovrà pagare quasi 5.000 euro

ASCOLI - La rabbia per una sanzione per divieto di sosta è costata cara ad un automobilista condannato per diffamazione. Tutto nasce da una lettera di lamentela inviata alla Municipale, ritenuta offensiva dall'agente che aveva redatto il verbale
...

 

di Peppe Ercoli

 

È una storia al limite del surreale quella accaduta ad Ascoli e l’origine dei fatti che ci accingiamo a raccontare sta in una multa che una vigilessa del comando di polizia municipale elevò ad un automobilista ascolano, reo di aver parcheggiato la sua auto in uno spazio dove non era consentito.

Un’auto multata

 

Era il sabato di Pasqua del 2020 e la multa per divieto di sosta che l’uomo rimediò ammontava a 29,40 euro. Seccante, non c’è dubbio; ma quella scarsa trentina di euro è nulla rispetto alle conseguenze che sono derivate proprio da quella sanzione.

 

Accecato dalla rabbia, infatti, l’uomo inviò una lettera alla polizia municipale di Ascoli lamentando tutta la sua indignazione e indicò il numero di matricola dell’agente di polizia, una vigilessa che aveva redatto il verbale lasciato, come tradizione, sotto il tergicristallo. Sosteneva che la sua auto aveva esposto il tagliando “residenti” e l’aveva parcheggiata tra un passo carrabile e l’inizio del tracciato di sosta per i motocicli, senza dare fastidio a nessuno come invece era accaduto – scrisse – in altre circostanze per vetture che però non erano state multate.

 

«Appare del tutto illogica l’eventuale giustificazione da parte del vigile (molto probabilmente una vigilessa visto che gli uomini in divisa hanno più buon senso e spirito di indulgenza), che abbia dovuto fare la multa perché chiamato da qualcuno», aggiunse nella missiva.

 

Ma l’escalation era appena cominciata.

 

«Sarebbe da proclamare un bello “stronzo” a colui (più probabilmente colei) che si è incensato nel giorno del sabato santo di un gesto così inqualificabile. In virtù del periodo pasquale non ho mancato di profondere un’accorata preghiera a nostro Signore risorto affinché abbia in Cielo il vigile (più probabilmente la vigilessa), così bravo, umano e zelante».

 

Per la vigilessa era troppo ed ha sporto la denuncia. L’ascolano è finito sotto processo, è stato riconosciuto colpevole di diffamazione e condannato dal giudice a pagare una multa di 250 euro, a risarcire l’agente di 500 euro e a rifondere le spese legali della parte civile assistita dall’avvocato Angelozzi, che ammontano a oltre 4.000 euro. In tutto quasi 5.000 euro, contando che avrà dovuto pagare anche il suo avvocato…

 

E pensare che la multa da 29,40 euro non la contestò perché, spiegò, gli sembrava uno sproposito dover comprare una marca da bollo da 38 euro, necessaria per fare ricorso al Prefetto.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X