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«Se non torni con me ti renderò la vita un inferno»: 25enne nei guai

DALLE MARCHE – Il giovane universitario di Ancona non si rassegnava alla fine della relazione sentimentale con una collega di ateneo di 20 anni. A seguito delle minacce e del comportamento vessatorio, la ragazza ha chiesto aiuto alla polizia. Ammonizione del questore
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L’aspettava sotto casa con la minaccia di commettere gesti violenti se non avesse riallacciato la loro relazione sentimentale. Azioni ripetute a sorpresa, giorni da incubo per una universitaria di 20 anni che alla fine si è rivolta alla Polizia.

 

Il questore di Ancona ha emesso in breve tempo un ammonimento per condotte di atti persecutori commesse dal ragazzo italiano, un 25enne, anche lui studente universitario, nei confronti della sua ex fidanzata, compagna di ateneo. I due condividevano anche l’alloggio universitario e avevano intrapreso una relazione durata circa un anno e, come di frequente accade, lui non era in grado di rassegnarsi al rifiuto di lei ed alla decisione di interromperla. Lei spaventata dalle reazioni del suo ex, trovava spesso rifugio a casa dei suoi genitori ed aveva smesso di frequentare con costanza le lezioni universitarie. Al suo ritorno in città lui l’attendeva fuori l’alloggio e la intimoriva, minacciandola di non farle più vivere una vita serena se non avesse cambiato idea e se non fosse tornata con lui, con messaggi del tipo “ti renderò la vita un inferno come tu l’hai resa a me” accusandola della fine della relazione ed attribuendole il malessere che lui viveva.

 

Così si è ritenuto necessario adottare un provvedimento di ammonimento ex art. 8 della L. 38/2009, con il quale i soggetti vittime di stalking possono esporre i fatti all’autorità di Pubblica sicurezza ed avanzare richiesta di ammonimento nei confronti dell’autore della condotta al Questore del Provincia.  E’ importante rammentare che, come viene esplicitamente comunicato anche al destinatario della misura all’atto della notifica, qualora un soggetto già ammonito continui a vessare la parte lesa, la condotta diventa perseguibile dall’Ufficio di Polizia, senza che occorra una specifica querela della vittima.  «Aiutiamo tutte le vittime di maltrattamenti ed atti persecutori ad uscire da queste difficili situazioni che incidono sulla vita privata, sociale e lavorativa del singolo. I poliziotti e le poliziotte ci sono sempre a tutela delle donne e degli uomini che subiscono tali condotte. E’ importante parlarne sempre e chiedere aiuto già al primo segnale di violenza o sopraffazione, possiamo aiutarvi ad uscire dal circolo della violenza» è il commento del questore Cesare Capocasa.


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