Catia Talamonti, dirigente dell’Area Risorse del Comune di San Benedetto, è stata assolta dal giudice del Tribunale di Ascoli Barbara Caponetti dall’accusa di peculato. La Talamonti, 54 anni, era stata accusata di essersi appropriata di 41.638 euro di indennità ricevuta per il suo ruolo, come presidente del consiglio di amministrazione di Picenambiente, carica che ha ricoperto tra il 2013 e il 2019 su designazione comunale. Il processo è stato celebrato con rito abbreviato.
Durante l’udienza precedente, il procuratore Umberto Monti aveva richiesto una pena di tre anni e mezzo di reclusione, accompagnata dalla confisca delle somme e dall’interdizione dai pubblici uffici, misura che avrebbe causato il licenziamento immediato della Talamonti. Il giudice Caponetti ha invece emesso la sentenza di assoluzione con formula piena, riconoscendo che “il fatto non sussiste”. Questa è la seconda assoluzione per Talamonti: già a settembre 2023 era stata scagionata dall’accusa di abuso d’ufficio per altra vicenda.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Nazario Agostini, ha accolto con soddisfazione il verdetto. «È una vittoria significativa che restituisce onore e serenità alla mia assistita, nonché fiducia nei confronti di tutti i funzionari pubblici che lavorano con integrità» ha dichiarato Agostini, elogiando il consulente amministrativo Giacomo Graziosi per il suo contributo dato alla difesa della 54enne sambenedettese.
Secondo l’accusa, la Talamonti avrebbe ricevuto gli oltre 41mila euro ricevuti tramite tre bonifici tra il 2019 e il 2020, omettendo di versarli nelle casse comunali nonostante i solleciti formali. La somma, poi sequestrata preventivamente nel 2022, non è stata mai restituita al Comune. La Procura alla lettura delle motivazioni valuterà se presentare ricorso contro la sentenza assolutoria di Catia Talamonti.
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