di Marco Braccetti
Ancora una volta: soprattutto una festa di popolo. Soprattutto una festa di due colori: il rosso ed il blu. La città di San Benedetto offre la sua piazza più grande (dedicata al santo che battezzò Gesù Cristo) per una celebrazione attesa da tanto, tanto tempo. Il ritorno della Sambenedettese Calcio tra i professionisti meritava una bella cornice e così è stato.
I festeggiamenti spontanei, scoppiati in Riviera dopo la vittoria col Teramo, fanno così il paio con quelli organizzati, che non son stati da meno. Lo “sbarco” della squadra al porto ed il successivo ritrovo in piazza San Giovanni Battista hanno sancito un pomeriggio (quello del 2 maggio) che generazioni di tifosi aspettavano con trepidazione.
In piazza, già da metà pomeriggio, cominciava ad arrivare gente, per un crescendo che ha toccato l’apice dopo le 8 di sera. Presentati dal giornalista Pier Paolo Flammini e dallo speaker Luca Sestili, sul palco sono saliti tutti i protagonisti della marcia vittoriosa verso la Serie C: giocatori, staff tecnico e dirigenziale, oltre ai magazzinieri. Con loro, anche le vecchie glorie: Bruno Ranieri, Nicola Ripa, Gregorio Basilico, Ivo Di Francesco, Maurizio Simonato, Alfiero Caposciutti, Augusto Gentilini, Francesco Chimenti.
Passato, presente e futuro della Samb si sono fusi in un luogo simbolico: «Qui la Samb ha calciato i suoi primi palloni» ha ricordato il presidente Vittorio Massi, tornando a quando in piazza San Giovanni Battista c’era “La Trappoletta”: il primo impianto calcistico della città, dove per la prima volta giocarono i rossoblù, nel lontano 1923.
Tra cori da pelle d’oca, bandieroni e tifoserie gemellate (presente anche una delegazione giallorossa da Roma) non poteva mancare il ricordo dei tifosi che non ci sono più. Da Sebastiano “Seba” Vadini, scomparso la scorsa estate, passando per il celebre Massimo Cioffi (alla cui memoria è stata intitolata la Curva Nord) fino alle mai dimenticate Maria Teresa Napoleoni e Carla Bisirri che persero la vita a seguito del tragico rogo del Ballarin nel 1981.
Lacrime di commozione si sono unite alle lacrime di gioia sui volti dei tantissimi presenti. «Siamo 10mila!» dicono dal palco gli organizzatori, poco prima del momento ufficiale della serata. Ossia la consegna della Coppa che la squadra di mister Ottavio Palladini s’è guadagnata, vincendo il camponato tra i Dilettanti.
Il riconoscimento è arrivato dalle mani dell’avvocato Luigi Barbiero (coordinatore del Dipartimento Interregionale Lnd) durante il sui breve discorso si è registrata forse l’unica nota stonata della serata. Dalla piazza, infatti, è partito qualche coro contro l’istituzione sportiva ed anche contro il sindaco Spazzafumo.
Voci, comunque, placate subito anche dall’intervento diretto del presidentissimo Massi che, successivamente, ha ringraziato i tifosi per il sostegno: «Avviamo vinto grazie a voi, siete il nostro dodicesimo uomo in campo. Grazie per il sostegno che ci avete dato durante tutto quest’anno. Ora speriamo per il prossimo».
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