di Pier Paolo Flammini
Un momento di formazione per i dipendenti del settore socio-sanitario e degli enti pubblici: si è svolto all’Auditorium di San Giacomo della Marca di Acquaviva Picena, concesso dalla Banca del Piceno, un convegno intitolato “Il sistema di autorizzazione e di accreditamento delle strutture sanitari della Regione Marche“.
A salutare il presidente della Banca del Piceno Sandro Donati: «Abbiamo dato subito la disponibilità dell’Auditorium. L’apporto che diamo al sistema socio-sanitario del Piceno è molto alto, collaboriamo direttamente con gli ospedali, nei tempi passati abbiamo regalato molte strutture idonee nei vari reparti e abbiamo deliberato di recente l’acquisto di una vasca per i nascituri che sarà inaugurata presto nel reparto di ginecologia dell’ospedale di San Benedetto. A metà giugno verranno inaugurate le sedie per il reparto di geriatria oltre a un eco-doppler per il reparto di cardiologia».
Presenti anche diversi rappresentanti istituzionali come il sindaco di Acquaviva Picena Sante Infriccioli, l’assessore al Bilancio di Ascoli Piceno Francesca Pantaloni, l’assessore alla Attività Produttive di San Benedetto Laura Camaioni.
Molto importante per la riuscita dell’evento la preparazione della dottoressa Monica Neroni del servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’Ast Ascoli: «Ci confrontiamo sulla tematica che riguarda l’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture socio-sanitarie e sociali, soprattutto in confronto con i vertici regionali e i Suap di tutta la nostra provincia. L’interesse nasce dalla necessità di unire le tematiche sanitarie con le esigenze dei cittadini. La legge regionale quadro 21 del 2016 è quella che dà le risposte alla popolazione e a noi che siamo deputati a controllare le strutture socio-sanitarie».
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Il dottor Claudio Angelini del Dipartimento di Prevenzione dell’Ast Ascoli aggiunge: «La legge del 2016 in realtà è un percorso che è iniziato già nel 2000 attraverso l’erogazione di prestazioni sanitarie in sicurezza e di qualità. La necessità, a seguito della formulazione dei cosiddetti manuali, indicano come organizzare le strutture socio-sanitarie sia pubbliche che private. Nell’ottica di una visione regionale. Oggi abbiamo avuto un importante momento di formazione che ci ha consentito di avere un quadro complessivo, la struttura sanitaria prima ancora di esercitare deve avere una autorizzazione alla trasformazione e poi all’esercizio».
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