La presentazione del libro di Luca Capponi
di Walter Luzi
(foto di Pierluigi Giorgi)
Scrivere delle imprese letterarie di Luca Capponi non è mai stato semplice. Almeno per me. E non lo è neppure stavolta. Il rischio, sempre altissimo, di dare un giudizio troppo benevolo, di un elogio firmato in bianco, a prescindere, c’è. La vecchia amicizia con i suoi genitori nata molti anni prima che lui nascesse, le militanze, felici e comuni, nel Messaggero di Bruno Ferretti prima, e di Cronache Picene di Andrea Ferretti poi, hanno cementato una amicizia di quelle che nascono subito. A pelle. Che non ha mai avuto bisogno di parole. Di spiegazioni. Di scuse. Frutto di una intesa che è di menti, ma, soprattutto, di cuori.
Piersandra Dragoni e Veruska Cestarelli alla presentazione del nuovo libro di Luca Capponi
È per questo che poi, quando ti capita di leggerlo, che sia un pezzo sul giornale, o un racconto, o una poesia, o una prosa, come nel caso della sua ultima fatica, che fatica non è, letteraria “Gli alberi non scappano”, ti riconosci. Ti ritrovi. Capita a me. Come a tanti. Sono squarci di luce che vanno ad illuminare posti nascosti, bui, a volte scomodi, spesso dimenticati, delle nostre anime. Della nostra memoria. Lui arriva fin lì dentro, fino in fondo, ad accendere torce dalla luce fioca e calda. Con la discrezione, la sensibilità, ma anche la forza espressiva, la lucida e dolce determinazione che gli è sempre appartenuta.
Iole Mazzone
Ma vogliamo lasciare ad altri, più capaci di noi, certe dissertazioni che non sono alla portata del nostro limitato bagaglio. Fortuna che c’è lui, attento osservatore del mondo, e delle persone, fin dalla più tenera età. Lui non ha mai perso quello sguardo da bambino curioso e innamorato del mondo che lo circonda. È proprio questa la sua forza. Il suo super potere da super eroe. Senza la necessità di doverne indossare il costume, come fa, di tanto in tanto, per solidarietà. Per regalare un sorrisone incredulo a bambini che hanno tanto bisogno di sorridere ancora, nelle corsie di certi reparti ospedalieri.
Scrive, e scava, Luca Capponi. Non si ferma alle apparenze, a quello che sembra. Scrive, e corre. E non si ferma mai. Va oltre il banale, lo stereotipato. Oltre l’arroganza e la presunzione di quelli che vorrebbero incatenare anche gli alberi. Di quelli che hanno capito tutto senza essersi guardati mai dentro. E tanto meno allo specchio. Di quelli che non perdono tempo ad accarezzare i gatti. E hanno rinunciato ad inseguire sogni.
Matteo Porfiri, Stefano Tamburrini, Luca Capponi, Piersandra Dragoni, Veruska Cestarelli
Nell’affollata presentazione alla centralissima Bottega del Terzo Settore di Ascoli, una coppia di amici, Matteo Porfiri e Veruska Cestarelli provano simpaticamente a metterlo in mezzo. Lo stuzzicano, cercando, senza riuscirci, di strappargli una qualche clamorosa rivelazione che non c’è. Piersandra Dragoni è sopravvissuta miracolosamente alla grande emozione, che ancora traspare, di aver avuto il privilegio di scrivergli la prefazione.
Iole Mazzone, travolta dal trasporto, ha rischiato di spoilerare per intero il libro, leggendone le pagine, secondo lei, più intense. Quasi tutte. Come darle torto. C’è anche Stefano Tamburrini, autore della copertina e dei disegni all’interno. Un’altra anima bella.
La signora Jeanne
Tutta la nostra “solidarietà” va, invece, a Jeanne, la mamma francese di Luca, coinvolta, a microfono spianato, da Veruska. Jeanne, donna dolce e riservatissima, non avrebbe parlato, ne siamo certi conoscendola molto bene, neanche sotto tortura.
È diventata ascolana per amore del suo “Zapata”, Amedeo, quando era poco più di una ragazzina. Lasciando, per lui, la Francia e tutto quello che aveva. Per realizzare qui, insieme a lui, quel capolavoro genetico unico, forse già scritto nelle stelle, che siamo ad applaudire ancora una volta. Che ci piace salutare proprio con alcune sue parole che ha scritto in questo libro: «…Resta come sei. Un’onda azzurra. Un volo. Poi fammi una promessa: proteggi la tua anima, con tutte le forze che ti rimangono. E, se puoi, non tradirla mai…».
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