di Filippo Ferretti
In una delle giornate più bollenti dell’anno, in centinaia hanno partecipato al “Furia Queer”, la manifestazione organizzata dall’associazione “Libere Tutte” che ha portato anche ad Ascoli l’onda “arcobaleno”, con al seguito persone provenienti non solo dal Piceno ma da tutte le Marche e dalle regioni limitrofe.
La parata, partita dai giardini pubblici poco dopo le ore 16,45, ha poi invaso le principali location del centro storico, con la sua parata di personaggi colorati, il suo repertorio di musica iconica – da Madonna agli Abba sino Miley Cyrus – e striscioni e cartelli invocanti l’esigenza di pace, rispetto e libertà.
L’obiettivo dell’evento, svoltosi anche con divertimento e ironia, è quello di spingere la comunità, le istituzioni al riconoscimento e alla tutela legale di ogni persona, indipendentemente dal sesso assegnato alla nascita, dall’identità di genere, dall’orientamento d’attrazione o dalle caratteristiche sessuali, condannando invece la lotta alle discriminazioni e alla violenza, dando priorità alla libertà di scelta e all’accoglienza.
Una parata che ha celebrato visibilità e orgoglio, entusiasmo e appartenenza. Il corteo, svoltosi senza incidenti, costituito da persone di ogni età e di appartenenza lavorativa e sociale, con prevalenza di donne, ha visto i partecipanti radunarsi in corso Vittorio Emanuele per poi intraprendere un percorso che ha toccato piazza Arringo, piazza Roma, piazza del Popolo, via del Trivio, per poi fare ritorno in piazza Roma per la chiusura serale.
Il “Piceno Pride” è stato il primo allestito nella storia di Ascoli e per gli organizzatori si è trattato di un evento topico, carico di emozione e significato, in grado di segnare un passo fondamentale: una giornata di rivendicazione identitaria, di celebrazione e lotta che nel territorio ascolano ha tardato sinora ad arrivare. Nonostante la giornata fosse da mare, con sole e temperature estive, sono stati tantissimi, anche molti giovani, a ritrovarsi per l’occasione, con partecipanti di ogni appartenenza lavorativa e sociale, pronti a difendere i diritti della comunità
«Il Pride non è solo una festa: è un atto politico, collettivo, per difendere le conquiste di civiltà raggiunte nel tempo», hanno detto i componenti di un cospicuo gruppo proveniente da San Benedetto, costituito da ragazzi e ragazze, certi dell’importanza di una iniziativa il cui scopo è quello di continuare a dare voce a chi, ancora oggi, subisce discriminazioni, invisibilità, ostilità e di provare a costruire una provincia più rispettosa delle differenze e delle sensibilità di ognuno.
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