E’ passato un anno ed i cittadini e gli imprenditori della Zona industriale Santa Maria di Comunanza attendono risposte dall’Amministrazione comunale in merito all’iter che ha portato alla sdemanializzazione poi alla vendita alla Sigma, passando per la cessione al Consind, di una strada e di un parcheggio che erano pubblici (leggi qui).
«Nonostante le richieste formali – si legge in una nota del gruppo di imprenditori che già lo scorso anno si erano attivati in tale direzione – l’Ente non prende posizione in merito alla vicenda, nata nel 2020, in piena pandemia, con l’adozione di una variante urbanistica al Piano Territoriale che ha consentito al Comune, presieduto dall’allora dal sindaco Alvaro Cesaroni, di alienare l’area al Piceno Consind e questo, dopo appena un mese, l’ha poi rivenduta alla Sigma, azienda riconducibile proprio all’ex sindaco Cesaroni».
Gli imprenditori hanno chiesto venissero effettuati accertamenti sulla regolarità della dismissione del bene pubblico e sull’intero iter decisionale.
«Non si tratta solo di una questione amministrativa, ma di un principio di giustizia e correttezza. È inaccettabile che un tratto di strada pubblica, utilizzato da oltre trent’anni da imprese e cittadini, venga ceduto senza ascoltare chi ne è direttamente interessato. E oggi, a distanza di un anno, nemmeno una risposta», denunciano i firmatari che hanno formalmente avanzato richiesta di convocazione un Consiglio comunale aperto, «che dia trasparenza alla vicenda, che consenta partecipazione e confronto su un tema che incide in maniera significativa sulla viabilità, sull’accessibilità e dell’intera area industriale di Santa Maria.
I proprietari ritengono si debba ripristinare la viabilità originaria anche perché hanno investito in quell’area proprio in funzione dell’accessibilità garantita dalla strada comunale oggi ceduta. La chiusura della strada e la sua cessione ad una azienda privata ha modificato radicalmente le condizioni di accesso, costringendo le attività a ricorrere a percorsi alternativi, con manovre complesse, maggiori costi operativi e un aumento significativo del rischio nelle fasi di ingresso e uscita».
Cesaroni, chiamato in causa, aveva risposto alla richiesta di chiarimenti di 5 imprenditori, datata 20 maggio: «C’era tempo fino al 20 giugno per la risposta. Ora l’amministrazione è cambiata, sarà compito dei nuovi darla. Per quanto riguarda l’area, è stata acquistata dalla Sigma al fine di espandere lo stabilimento di Comunanza e offrire nuove opportunità di lavoro» (leggi qui l’articolo).
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