La manifestazione per Gentiana
di Francesca Marsili (Foto di Federico De Marco)
La panchina su cui si è seduto Nikollaq Hudhra dopo aver ucciso la sua ex moglie Gentiana nel parco di viale Benadduci di Tolentino sabato scorso, da ieri sera è diventata, dopo essere stata dipinta di rosso, un simbolo di lotta contro la violenza sulle donne. Al corteo in onore della 45enne uccisa a coltellate presenti oltre un migliaio di persone, che hanno camminato da piazza della Libertà sino al luogo in cui Gentiana è stata uccisa.
La panchina rossa
Un corteo silenzioso, denso di commozione e solidarietà, a cui hanno partecipato i figli e i parenti di Gentiana, famiglie, cittadini, sindaci, il governatore Francesco Acquaroli, il prefetto di Macerata, Isabella Fusiello, il sindaco Mauro Sclavi, il comandante provinciale dei carabinieri, Raffaele Ruocco, il vescovo Nazzareno Marconi.
Il governatore Francesco Acquaroli
Il governatore della regione Francesco Acquaroli: «La violenza sulle donne è un’emergenza nazionale che deve essere fermata, un germe che deve essere cacciato dalla società e questo può essere fatto con la denuncia. Ognuno di noi deve essere chiamato ad avere più attenzione dell’altro e alle situazioni che potrebbero degenerare. So che è difficile perché ognuno di noi è preso da mille problemi. La nostra è una comunità pacifica e la violenza deve essere espulsa e ognuno di noi in queste battaglie deve essere in prima linea affinché quello che è accaduto a Gentiana non capiti mai più. Le nuove generazioni non devono più avere davanti agli occhi queste immagini di violenza. L’impegno delle istituzioni c’è per mettere in campo ogni azione per combattere questo fenomeno odioso, insopportabile che deve scomparire il prima possibile».
Il prefetto Isabella Fusiello
«Sono rimasta meravigliata nel vedere tanta partecipazione – ha detto il prefetto Isabella Fusiello -. Mi sono occupata per tanti anni del fenomeno della violenza di genere, e nonostante siano intervenute le leggi che hanno previsto nuovi reati e sanzioni, non c’è giorno in cui non sentiamo di un altro femminicidio. Purtroppo questo fenomeno sta intaccando anche le nuove generazioni: prima riguardava coppie dai 50 ai 60 anni, ora anche quelle in giovane età, vuol dire che c’è qualcosa che non va. Bisognerebbe chiedersi come mai un papà ammazza la propria moglie e capire cosa c’è dietro».
Fusiello, nel suo intervento, ha anche dato un consiglio: «Spesso sono reati che avvengono tra le mura domestiche e difficilmente vengono evidenziati. Ma la legge ha fatto un lungo passo, ha previsto che amici, condomini e i parenti possano denunciare in forma anonima alle forze dell’ordine, per aiutare la vittima. Stasera vorrei dire che esiste una misura che si chiama “ammonimento”, un semplice provvedimento amministrativo dove una persona, una mamma, una sorella, può fare questa richiesta in qualsiasi ufficio di polizia, e l’autore delle molestie verrà convocato per poi essere emessi provvedimenti. E’ possibile prevenire questa violenza».
Il sindaco Mauro Sclavi
Il sindaco Mauro Sclavi: «Tutti coloro che stasera sono qui pur non conoscendo Gentiana o che la conoscevano e per cui la apprezzavano, si sono ritrovati per testimoniare la bontà di una donna che tirava avanti la famiglia, lavorava giorno e notte e faceva la badante a casa d’altri accogliendo con una carezza gli anziani. Stasera dovremmo portare casa un pensiero: non è possibile stroncare una vita, una mamma e una famiglia. Non avrei mai voluto essere qui. Gentiana ha fatto tanto del bene, ora dobbiamo essere noi a fare qualcosa, tutto il possibile affinché non accada più. Bisogna educare per far si che non ci sia una nuova Gentiana, la violenza non può appartenerci».
Il presidente della Commissione Pari opportunità regionale Maria Lina Vitturini: «Speravo di non partecipare mai più ad un corteo come questo, solo pochi mesi fa eravamo a Castignano, purtroppo camminavamo per commemorare un’altra vittima di femminicidio. Oggi siamo qui per dire che non è normale che una donna venga uccisa, che due figli rimangano senza madre, nel dolore.
Maria Lina Vitturini
Quello che è avvenuto a Tolentino non è un episodio sporadico, ma l’ennesima ferita che ci fa capire che esiste un problema che si chiama violenza contro le donne, spesso taciuta. Dobbiamo agire prima. Ai figli voglio dire che non la dimenticheremo e che la sua assenza ci responsabilizza tutti».
A sinistra Mario Hudhra
Presente alla manifestazione uno dei figli di Gentiana, Mario: «Tutto quello che avete sentito dire su mia madre non è vero, di più. Ha fatto una brutta vita, è sempre stata gentile con tutti ed è finita così».
Il vescovo Nazzareno Marconi
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